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La sconfitta del calcio argentino

Che fosse una festa era più una speranza irrealizzabile che altro, che diventasse un disastro era un’evenienza temuta, ma non così attesa. Eppure ancora una volta quello che poteva andare male è andato malissimo e a rimetterci è sempre l’immagine del Sudamerica. L’Argentina in particolare fa una delle peggiori figure degli ultimi anni, soprattutto per il segnale che lascia: un Paese ancora indietro, incapace di organizzare e di gestirsi, ancora succube dei suoi disordini sociali.

Poteva essere la festa della gente, dei colori, dei fuochi, della musicalità delle curve. E invece è stato un nuovo spot di violenza. Il pullman del Boca lasciato passare in una zona che era invasa dai tifosi del River, scortato da appena qualche motocicletta: sassi lanciati sui finestrini, i giocatori colpiti sia dai vetri che dai lacrimogeni, questi lanciati dalle forze dell’ordine. E in tutto questo la procedura di Conmebol e Fifa è stata disastrosa. Si è forzato per far giocare le squadre, con un giocatore del Boca Juniors portato in ambulanza in un ospedale fuori dallo stadio e altri che sono stati con crisi di vomito e respiratorie sdraiati nel proprio spogliatoio.

Hanno cercato di farla giocare, hanno cambiato per almeno quattro volte l’orario, arrivando solamente dopo quattro ore a rinviare la partita. Un errore madornale quello di non prendere immediatamente queste decisione: perché in quelle quattro ore c’è stato il tempo per vedere tutto ciò che non bisognava mostrare. La violenza del pubblico, il lato brutto di alcune persone che frequentano gli stadi, il menefreghismo di alcune alte cariche verso i giocatori vittime e verso la gente che era rimasta all’esterno dello stadio.

Tutto messo alla visione del mondo, senza accelerare i tempi e cercare di salvare quantomeno la faccia. Non c’è stata fine al peggio però, perché la decisione finale è qualcosa di ancor più raccapricciante: si giocherà un giorno dopo, ma con il pubblico sugli spalti. Un premio sì per chi ha pagato tanto quel biglietto, ma nessuna punizione per una tifoseria che si è resa protagonista di un gesto deplorevole e impossibile da non condannare.

Eppure per ora tutto sembra passare e non si è ancora parlato di alcun provvedimento nei confronti del River Plate, quando per situazioni simili c’è chi ha pagato in maniera drastica. Doveva essere la Finale del mondo, è stata invece la Vergogna dell’Argentina, un risultato ben diverso soprattutto per l’immagine di chi stava combattendo per farsi assegnare un Mondiale nel 2030 e che ora difficimente se lo meriterà.

Simone Gamberini

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