La Roma esulta nuovamente al 90′ anche se questa volta è un pareggio: il pari è sufficiente per poter accedere ai quarti di finale di Conference League dopo l’1-0 dell’andata. A risolverla è ancora una volta Abraham che si fa trovare pronto al momento giusto, quando serviva la zampata per evitare i supplementari. Il Vitesse viene beffato dopo una buona gara: non basta la magia di Wittek.
Mourinho può sorridere dopo una partita sofferta che ha rischiato di vedere la sua squadra eliminata già agli ottavi di Conference League: la Roma tira un sospiro di sollievo, non giocando benissimo, ma dimostrando di aver trovato quel carattere che la porta a lottare fino alla fine della gara, senza mai mollare prima del triplice fischio.
Dopo Spezia e Udinese, arriva un pareggio in extremis contro il Vitesse, ma questa volta il pari vale il passaggio del turno visto l’1-o dell’andata a favore dei giallorossi. La prima frazione di gioco è molto sotto ritmo con entrambe le squadre che non forzano la giocata: il Vitesse, all’Olimpico, è chiamato a ribaltare lo svantaggio rimediato al Gelredome ma si presenta con un gioco lento e con un possesso palla estremo, fuori da ogni previsione. Nella ripresa, come ci si poteva aspettare, gli olandesi cambiano marcia mettendo in difficoltà la Roma che inizia a soffrire sulle fasce con Vina e Maitland-Niles insufficienti. Da un gran tiro al volo di Wittek arriva il vantaggio per gli ospiti che acciuffano il massimo risultato con il minimo sforzo. Mourinho inserisce El Shaarawy, Cristante e Karsdorp e i giallorossi cambiano marcia, schiacciando gli avversari nella propria metà campo: proprio dall’italoegiziano nasce l’apertura che permette l’inserimento di Karsdorp che, con estrema lucidità, serve Abraham a porta vuota. L’inglese firma l’1-1 e il 21° centro in stagione eguagliando Batistuta e Montella al primo anno nella formazione capitolina.
Mourinho può essere soddisfatto a metà con una formazione che non può far a meno dei suoi 11 titolari: le riserve non sono all’altezza delle aspettative con Vina, Maitland-Niles e Veretout che deludono ancora. Zaniolo non brilla e Mkhitaryan si è dovuto sacrificare arretrando drasticamente il suo baricentro: adesso, la testa vola al derby dove servirà un cambio di passo per mettere in difficoltà la Lazio di Sarri.
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