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La rincorsa folle di José Mourinho

Dopo un avvio più che terribile il Manchester United sembra essere riuscito a creare la giusta alchimia e vuole rapidamente recuperare il tempo perduto: José Mourinho ha trovato la quadratura del cerchio (ed è accaduto non casualmente dato l’inserimento di Mkhitaryan tra i titolari) e la squadra sta rispondendo presente; nel mese di dicembre i Red Devils hanno ottenuto 13 punti, frutto di 4 vittorie ed un pareggio, ottenuto ad inizio mese a Goodison Park contro l’Everton. A decidere la gara in quella sfida fu un calcio di rigore realizzato da Baines negli ultimi minuti di gara e, paradossalmente, quel gol subito diede la giusta iniezione di cattiveria ad una squadra che nei match precedenti si comportò tutt’altro che male ma non riuscì a portare a casa il bottino pieno: un controsenso se si pensa a quanto dimostrato dal tecnico portoghese finora nella sua brillante carriera.

Centrocampo a 3, finalmente – Oltre all’inserimento di Mkhitaryan, giocatore in grado di dare geometrie alla squadra nonostante non abbia una posizione centrale in campo, il cambio di modulo (da 4-2-3-1 a 4-3-3) è stato quanto mai decisivo per invertire la rotta in casa United. All’interno di un nostro articolo di settembre riguardante Pogba (anche lui migliorato in maniera esponenziale) indicammo come possibile soluzione ai mali del Man Utd l’arretramento di un trequartista in mediana: JM ci ha messo un po’ per capirlo ma alla fine si è rassegnato all’idea che il transalpino non è adatto a giocare in un centrocampo a due poiché predilige naturalmente la fase offensiva a quella difensiva. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il francese si sta dimostrando un elemento chiave all’interno del nuovo sistema di gioco, Herrera detta i tempi esattamente come fece nella gestione Van Gaal e Carrick si sta ritagliando sempre più spazio a discapito di Fellaini: l’allenatore lusitano aveva riposto la sua fiducia sul centrocampista belga ma quest’ultimo ha deluso quando schierato in coppia con l’ex juventino ed è entrato nella lista dei bocciati insieme a Wayne Rooney.

José Mourinho stringe la mano a Moyes, augurandosi di non fare la sua stessa fine sulla panchina dello United (fonte foto: Manchester United official Facebook)

Rimonta quasi impossibile – Se tre indizi fanno una prova, quattro sono più che una certezza: il Manchester sta ritrovando la propria identità e lo sta facendo nel momento in cui il gruppo di testa, eccezion fatta per il Chelsea che sta viaggiando in solitaria, per una ragione o un’altra sta perdendo diversi punti. L’operazione Rem(o)untada è difficile anche per un manager che alla voce Champions League vinte ha segnato un bel 2 a caratteri cubitali: i Blues sono distanti 13 punti e solo un harakiri di dimensioni bibliche potrebbe impedire alla squadra di Conte di perdere la vetta a favore dello United mentre la seconda posizione è un obiettivo più realistico. Il Liverpool dista ‘solamente’ sette punti e con venti giornate al termine della Premier League Mourinho vuole regalare un sogno al popolo di Old Trafford.

Gianmarco Galli Angeli

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