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La rinascita della nazionale scozzese parte dalla Slovenia

Non c’è da stupirsi se ad Hampden Park, fortino della nazionale scozzese, metà della capienza dell’impianto se n’è stata ben che bene a casetta. I risultati casalinghi delle ultime annate sono stati disastrosi per la Tartan Army con la vittoria in gare ufficiali che latitava da due anni. I circa 25000 che hanno assistito a Scozia-Slovenia di domenica sera hanno però potuto gioire di una prestazione più che positiva dei propri beniamini e soprattutto festeggiare un 1-0 che tiene viva la speranza per la qualificazione ai mondiale del 2018 in Russia. A rendere ancor più bella la sensazione che solo un vittoria tanto agognata sa regalare, è il gol decisivo che arriva a meno di due giri di orologio dalla scadere del tempo regolamentare. L’autore è Chris Martin che, su suggerimento di Armstrong, trafigge l’estremo difensore sloveno Oblak con un sinistro velenoso che bacia il palo lontano e si infila in rete.

Una partita dominata da parte della Scozia che nella prima frazione crea diverse situazioni per portarsi in vantaggio. In apertura viene annullato un gol al centrale difensivo Russell Martin, reo di ave trattenuto il marcatore di turno sugli sviluppi di un corner dalla destra. Colpo di testa che finisce in fondo al sacco ma gioco prontamente fermato dal direttore di gara e punizione per gli ospiti. Leigh Griffiths, schierato come unica punta nel 4-4-1-1 di Gordon Strachan, corre su tutto il fronte d’attacco alla disperata ricerca della prima gioia con la maglia della nazionale. L’attaccante in forza al Celtic non ha però fatto i conti con la dea bendata: prima la traversa dice no ad una sua voleè mancina a porta praticamente sguarnita, poi è il montante a strozzargli l’urlo liberatorio dopo un destro di prima intenzione su inserimento millimetrico. Uno scontro involontario poi con Oblak costringera Griffiths ad inizio ripreso alla prematura dipartita dal match. Strachan getta Naismith nella mischia preferendo un falso nueve ad una punta vera e propria. Le incursioni calano, la Slovenia si limita a controllare e a ripartire in contropiede. I ritmi si fanno sempre meno sostenuti e il binario del pareggio sembra più una certezza che un opzione. Nelle file scozzesi esci anche Snodgrass (senza ombra di dubbio uno dei migliori in campo) per fare posto ad Ikechi Anya sintomo che sulla panchina la paura di perdere è più grande della volontà di vincere.

Nella testa di Strachan qualcosa scatta. Chiamiamola fortuna o semplicemente intuizione giusta. A otto minuti dal termine getta nella mischia Martin per un provatissimo Morrison. L’ariete del Derby County, ora in prestito al Fulham, regala chilogrammi e profondità alla manovra scozzese, oramai a corto di ossigeno. Gli bastano sei minuti per regolare la contesa e a far scaturire l’”Hampden Roar”, seppur dimezzato nei sui decibel. La qualificazione è ancora lontana ma a giugno saliranno a Glasgow i rivali di sempre dell’Inghilterra, capolista del gruppo F. Hampden rivestirà i panni autentici di magnificenza e attaccamento e il risultato, seppur favorevole agli inglesi allo stato attuale, potrebbe non essere così così scontato.

Jacopo Bravi

Redazione

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