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La prima del Lamia, raccontata da Pitkas

Il PAS Lamia è alla sua prima stagione di sempre in Super League greca. Alla storia del club ho già dedicato un pezzo, qui invece sono andato a riprendere e tradurre dei virgolettati da parte di alcuni dei protagonisti della scorsa fenomenale annata. Grazie alla concessione di Gazzetta.gr, sono in grado di proporveli in esclusiva.

La saracinesca

Si chiama Vangelis Pitkas, è un classe 1983 e dunque può permettersi il lusso di guardare il resto della rosa con quell’aria di chi ne ha viste molte: le sue 34 primavere lo rendono un profilo di certo affidamento per il presente. I pali della neopromossa sono al sicuro, ma resta da vedere come l’estremo difensore nato a Serres reagirà all’impatto con la massima serie. In ogni caso, nella scorsa Football League (Serie B ellenica) ha dovuto raccoglier il pallone dalla sua porta in sole 7 occasioni: ben 17 i clean sheet in campionato per lui, che quest’anno dovrà guardarsi dalla concorrenza di due volti nuovi: Melissas dal PAOK e Papadopoulos trasferitosi qui dall’Atromitos. Meglio, ha detto Vangelis, perché in fondo una squadra di successo comincia dalla porta. La concorrenza aiuta davvero, a discapito di ogni retorica o frase fatta. Dopo una carriera interamente spesa nei bassifondi del calcio greco ma cominciata dall’Under19 dell’Udinese, dopo le prime esperienze con Kallikratia, Kilkisiakos, APS Eolikos, dopo una carriera che pareva dover preveder solo Karditsas, Tilykratis, Panachaiki o Paniliakos, dopo le annate all’Apollon Smyrnis e al Panegialios, eccolo qui. Una primera vez dal sapore appassionante, di chi dopo tanta gavetta riesce finalmente a ritagliarsi la celebrità guadagnata col sudore della fronte.

La prima domanda è la più scontata, sicché gli vien chiesto di descrivere il clima, l’aria che si respira a Lamia. Non ha dubbi: “Certamente è una festa, un collettivo con 53 anni di storia alla sua prima volta in Super League. Ognuno ha vissuto questo sogno”. Saranno tutte partite molto importanti, da affrontare con lo spirito giusto e con il duro lavoro necessario per compensare l’evidente gap di esperienza con chi frequenta assiduamente questi palcoscenici: “Fin dall’inizio, l’obiettivo è stato dar bene. Il sostegno della città è importante, l’intera prefettura della Ftiotide è stata il nostro dodicesimo uomo in campo. Se non l’avessimo avuta, sarebbe stato molto difficile per noi: ecco perché questo sogno lo dedichiamo a tutti loro”. La conversazione poi si sposta improvvisamente su Babis Tennes, l’artefice del miracolo che Anstasiadis (lo leggerete dopo, ndr) ha definito possessore di una “bacchetta magica”: in questo caso Pitkas è più che d’accordo: “Babis ha sei promozioni in carriera, non è casuale: qualunque sia la squadra la caricherà alla Super League, il lavoro e il successo parlano da soli. Il collettivo deve funzionare correttamente nel suo complesso, per questo siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo”. Anche perché gli viene poi ricordato come squadre ben più blasonate (Aris, ma pure l’OFI) non abbiano centrato la promozione: “Noi siamo stati più motivati, rispetto alla maggior parte delle squadre abbiamo avuto più sete. Se non hai motivazione, il resto è nulla”. L’intervista si conslude qui, non prima di aver aggiunto un pizzico di pepe ricordando come secondo alcuni il Lamia sia favorito dagli arbitri (“Si parla sul campo, non devo rispondere a nulla: il nostro lavoro è qui sul campo”). Il suo contratto era in scadenza, ma lui già dapprima non aveva dubbi: “Vorrei vivere il sogno della Super League con il Lamia”. Ora, caro Vangelis, puoi finalmente dirlo: ce l’hai fatta.

Matteo Albanese

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