Scorrono i titoli di coda sulla tremenda stagione dell’Espanyol, tornato in Segunda ventisei anni dopo la sua ultima volta. La peggior retrocessione della storia del club, senza mezzi termini si può definire così: e non solo perché il colpo di grazie è stato dato proprio dai rivali del Barcellona nel Derby, ma soprattutto perché mai nella sua storia il club perico aveva fatto così male.
Nelle altre quattro retrocessioni era sempre arrivato con una chance, minima o meno, di salvarsi all’ultima giornata; questa volta invece la retrocessione arriva da ultima in classifica (prima volta nella storia del club), con tre giornate di anticipo e con uno score disastroso che rende perfettamente drammatico il bilancio dell’annata.
L’ultima volta che l’Espanyol era retrocesso, nella stagione 1992/93, era arrivato terzultimo e perse lo spareggio intercategoria con il Racing di Santander, che vinse la sua sfida in casa per 1-0 e pareggiò al vecchi Sarrià senza gol. Così come in uno spareggio andò male nella retrocessione precedente, quella del 1989, con la doppia sfida persa con il Mallorca capace di ribaltare l’1-0 di Barcellona con un 2-0 in casa.
Sorte identica anche in una delle due retrocessioni degli anni ’60, con il quartultimo posto del 1962 che portò l’Espanyol a giocarsi la salvezza con il Valladolid, partita capostipite del disastro negli spareggi per la permanenza del club perico. Unica retrocessione diretta è invece quella del 1969, quando l’Espanyol chiuse al penultimo posto, ma a due punti dalla salvezza e con ancora possibilità aritmetiche di salvarsi all’ultima giornata, peggior risultato della propria storia fino al drammatico epilogo di questa stagione.
In tutte e quattro le occasioni la squadra è ritornata in Liga in tempo record, senza mai disputare due anni consecutivi di Segunda, unico buon auspicio per un immediato regreso tra le grandi di Spagna.
A rendere ancor più amara questa stagione dell’Espanyol è sicuramente la consapevolezza che si poteva fare molto di più: alla vigilia del campionato i pericos non apparivano come una delle candidate a scendere giù, e soprattutto dopo l’importante mercato di gennaio che ha aggiunto nomi di spessore come Cabrera per la difesa e Raúl de Tomás per l’attacco, ci si aspettava una risalita che aritmeticamente era ancora possibile.
Ma l’anno è andato storto sin dal principio e tutti i fattori sono venuti a mancare: quelli tecnici di una rosa che non ha reso, quelli tattici da parte di quattro allenatori che non hanno dato un verso a questa squadra, e anche quelli ambientali, visto che l’Espanyol ha vinto solamente due volte in casa e solamente nel girone di ritorno.
La situazione allenatori è stata veramente problematica: Gallego all’inizio non è riuscito a costruire quella buona classifica per restare al riparo dai guai, il subentro di Machín ha complicato gravemente le cose, quello di Abelardo non ha avuto l’effetto da santone dell’ex allenatore dell’Alavés e il finale con Rufete è stato praticamente inutile e costellato di sole sconfitte, un diretto accompagno verso la Segunda con il cammino già segnato.
Sarà difficile ora capire come l’Espanyol ripartirà da questa retrocessione. I pezzi di mercato con ogni probabilità andranno via, dai due acquisti di gennaio sopra citati alle stelle Marc Roca e Wu Lei, con la possibilità che vengano trattenuti quantomeno i simboli David e Diego López. Il direttore generale del club José María Durán ha detto che verrà rifondato il club, e bisognerà capire come perché per la storia di questa società un mancato ritorno immediato avrebbe effetti drammatici, sia sul lato sportivo che economico.
Il mondo del calcio spagnolo è rimasto molto scosso da questa storica retrocessione, tanto che sono arrivati messaggi di solidarietà da tantissimi club per un immediato ritorno. Ovviamente la metà blaugrana di Barcellona ha festeggiato, peraltro anche in modo pittoresco con funerali pubblici e fuochi d’artificio, quasi come se il ricordo del Tamudazo del 2007 dovesse essere vendicato così, con un derby che sancisce la retrocessione degli avversari e mette il punto esclamativo alla peggior stagione della storia dell’Espanyol.
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