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La nuova “Nuova Granada”: analisi sulla Colombia verso la Copa Centenario

Forse i dubbi (degli addetti ai lavori e dei tifosi) sono sciolti, almeno fino all’esordio contro gli Stati Uniti (appuntamento alle 3.30 nella notte fra venerdì e sabato): la vittoria della Colombia contro Haiti ha dato risposte a chi ancora aspettava di sapere che cosa sarebbe stato del nuovo corso dei Cafeteros. Un gruppo quasi totalmente rinnovato, con solo 7 giocatori (Ospina, Zapata, Arias, Sanchez, James Rodriguez, Cuadrado e Bacca) reduci dal mondiale 2014. Il ct José Pékerman però non ne vuole sapere, e nella conferenza stampa di presentazione dell’amichevole ha parlato di come sia stato necessario un rinnovamento per avere più scelte a disposizione, nonostante comunque sia difficile escludere giocatori che, soltanto due anni fa, hanno regalato uno storico quarto di finale alla formazione tricolor. E, come dichiarato dallo stesso ct argentino, sono stati chiamati ben 7 giocatori che nel mese di agosto parteciperanno al torneo Olimpico. Non potevano passare inosservate le prodezze dell’Atletico Nacional, in semifinale di Libertadores dopo ben 21 anni: fanno parte dei 23 i vari Bonilla, Aguilar, Diaz, Perez e Marlos Moreno.

Nell’amichevole di Miami sono state mischiate le carte in gioco disponendo la squadra col consueto 4-2-3-1 (che diventa 4-4-2 nella fase offensiva) con Arias-Zapata-Murillo-Diaz in difesa, in mediana Daniel Torres e Sebastian Peres, sugli esterni Cuadrado e Marlos Moreno e in attacco Carlos Bacca supportato da Dayro Moreno, a segno in acrobazia dopo 13 minuti: sulla soglia dei 30 anni, è reduce da una strepitosa stagione in Messico al Tijuana (20 gol in 34 partite) che hanno convinto Pékerman ha convocarlo dopo ben 5 anni di assenza. Nella ripresa in mediana sono subentrati Celis e Sanchez, mentre in avanti Cuadrado e Bacca sono stati sostituiti da Roa e Roger Martinez, portando Marlos Moreno a spostarsi sulla destra. Da una giocata del giovane verdolaga (per la gioia dello stesso Pekerman che stravedere per lui, dichiarando di non aver mai pensato di lasciarlo fuori) nasce l’azione della terza rete firmata dall’attaccante del Racing Club Roger Martinez, subito a segno all’esordio in nazionale maggiore dopo aver regalato all’Under 23 la qualificazione a Rio dopo lo spareggio contro gli USA. Chiaramente una sgambata contro una nazionale sicuramente più debole, ma con diversi segnali più che fondamentali.

In primis emerge sicuramente la duttilità di Marlos Moreno, forse la vera stella del futuro per i Cafeteros: rapido e molto intelligente, svaria su tutto in fronte d’attacco segna grossi problemi provando qualche volta la giocata. Non mancano ovviamente gli errori, con qualche imprecisione, ma Pekerman può e deve lavorarci sopra. Non è escluso che possa essere in ballottaggio per una maglia da titolare già all’esordio di venerdì contro gli USA. Assieme a lui, risponde molto bene anche Roger Martinez, il terzo marcatore: classica prima punta molto simile a Radamel Falcao sia per movenze che per storia, essendo entrambi originari della costa atlantica (Roger di Cartagena, Radamel di Santa Marta) e cresciuto in squadre argentine (Martinez nel Racing Club, Falcao nel River Plate), nella ripresa ha portato vivacità all’attacco sostituendo uno spento Bacca, unico attaccante reduce della scorsa Copa America.

Nonostante la presenza di diversi centrocampisti abituati ad andare in rete, Pékerman vuole a tutti i costi rivitalizzare il reparto offensivo attraverso nuove mosse, visto appunto il fallimento dello scorso anno in cui l’intero reparto offensivo (composto da gente come Falcao, Jackson Martinez, Teofilo Gutierrez o Luis Muriel) rimase a secco, con l’unica rete del torneo marcata dal centrale Jeison Murillo. Con l’aggiunta di Edwin Cardona e James Rodriguez (con la finale di Milano diventa il secondo colombiano della storia ad alzare una Champions) i Cafeteros sognano di poter far bene. Difficile un pronostico, anche perché Pékerman è stato più che categorico considerando la qualificazione a Russia 2018 l’obiettivo primario e questa Copa America un torneo certamente da onorare ma anche utile per poter fare delle sperimentazioni.

Marco Aurelio Stefanini

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