L’uscita delle formazioni ufficiali della sfida tra Belgio e Francia per la semifinale dei mondiali, era molto attesa soprattutto sul lato fiammingo: l’assenza di Meunier per squalifica costringeva Martinez a trovare nuove ideologie tattiche per mancanza di un terzino di ruolo in panchina ( le convinzioni sulle convocazioni di Martinez hanno cominciato a scricchiolare da tempo), ponendo in pole l’utilizzo di Carrasco sulla fascia opposta, o dello spostamento di Fellaini sulla corsia con il rimpiazzo Dembelè a centrocampo; inutile adesso rivendicare sulla scelta, ma la titolarità di Dembelè ha precluso molto l’inventiva offensiva targata Red Devils.
Proprio Dembelè è stato autore di una prova anonima, quanto nociva, nello scacchiere tattico del Belgio, con il centrocampista del Tottenham in stallo nella zona mediana del campo, utile solamente in fase di uscita e di appoggio quasi sulla linea mediana del campo: la sua poca incisività nel ricercare corridoi utili per Hazard e Lukaku, ha costretto De Bruyne a prendere palla troppo lontano dalla porta, marcato meticolosamente da Matuidi e Kantè (sfavillante i due in fase di rottura del gioco, con lo juventino in grado di non lasciare spazi liberi a Chadli e di proporsi tra le linee offensive); oltre all’incapacità di velocizzare il gioco, Dembelè ha peccato anche in fase di marcatura su Griezmann, con l’attaccante dell’Atletico che è riuscito ad inserirsi tra le maglie dei Red Devils e ricevere i suggerimenti di Mbappè e Giroud.
Martinez, dopo essere andato sotto nel miglior momento della partita dei suoi, grazie al colpo di testa di Umtitì, ha preferito allegerire la parte centrale del campo, permettendo l’entrata di Mertens e Carrasco per Dembelè e Fellaini (quest’ultimo poteva essere in grado di determinare su palla da fermo): il risultato non è stato altro che l’osservazione di una staticità offensiva, dovuta alla poca verve dei nuovi entrati, che potevano altresì contare su un Hazard in forma strepitosa, vero ultimo guerriero ad abbandonare la nave belga che sembra essere arrivata al capolinea con le tasche vuota.
Che la fine della Golden Age dei Red Devils possa essere questa, ne possiamo dubitare, ma sicuramente questa è stata una delle ultime opportunità per il Belgio di raccogliere i frutti desiderati in un percorso di crescita che sembrava fosse arrivato al culmine: dall’altro lato è giusto dare attenuanti alla squadra di Martinez, soprattutto per l’avversario con cui è arrivata la sconfitta; la Francia si dimostra padrona e regina di questa competizione, e la dimostrazione di forza avvenuta stasera potrebbe essere l’anteprima definitiva per una finale che si annuncia da favorita.