La Liga è tornata ma il contesto è stato tutto diverso: il Pizjuán senza tifosi nel giorno del derby, gli effetti grafici proiettati sugli spalti, Joaquín in panchina oltre a tutti i vari effetti del protocollo a cui bisognerà adattarsi anche in Liga. Ciò che non è cambiato però è l’impatto in questa stagione di Lucas Ocampos, dominante senza mezzi termini: l’argentino sta vivendo il suo anno di grazia e poco importa se tra l’ultima partita e questo derby sono passati tre mesi, il suo impatto rimane sempre e comunque di impressionante rilievo.
Ha segnato per la quinta partita consecutiva, cosa che al Siviglia non vedevano addirittura dall’epoca dello Squalo Negredo, anno 2011. Ma oltre al gol su un rigore che sicuramente farà discutere, e a un assist eccezionale di tacco che solamente un calciatore in piena fiducia può tentare e trovare, c’è da sottolineare come ormai Ocampos sia un trascinatore e non più una rivelazione di questo Siviglia. Lopetegui ha costruito un sistema di gioco con tante varianti che però trova la sua grande certezza nelle accelerazioni e nelle giocate singole del talento scuola River Plate, passato dall’essere un oggetto misterioso in Serie A, a uno dei giocatori di maggiori impatto di un campionato come la Liga.
È servito aumentargli l’autostima, creargli i presupposti per poter accelerare a suo piacimento e toccare il pallone alle velocità che lui gradisce, possibilmente con l’aiuto di una punta fisica come De Jong che favorisce l’apertura di determinati spazi. E una volta che Ocampos ha cominciato a segnare di atto non ha mai smesso, fino a diventare uomo copertina di una squadra che a oggi è la grande favorita per uno dei due piazzamenti Champions ancora a disposizione.
La squadra che ha vinto il derby è il Siviglia, il giocatore che ha vinto la partita è Ocampos, per quanto ci siano da sottolineare altre eccellenze in questa gara. Munir, che con Suso, Rony Lopes ed En Nesyri deve contendersi l’ultima maglia da titolare rimasta nel tridente d’attacco, ha giocato a ritmi sensazionali, di fatto diventando per larghi tratti l’uomo più pericoloso della partita, ma ancora non ha il peso specifico che si è costruito il suo compagno di reparto sull’altra fascia.
La Liga riparte da lui, dai suoi colpi, dal suo stato di grazia. Difficile capire se sia solamente un periodo che esalta le sue caratteristiche o se finalmente si sta consacrando uno dei talenti più attesi del calcio argentino. Non poteva che essere lui a segnare il primo gol della Liga post-sosta, peraltro in un derby così come fece Håland nel giorno del ritorno della Bundesliga: calciatori rivelazione della stagione capaci di lasciare il segno sia prima che dopo la sosta.
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