La Lazio di Marco Baroni ha imparato a vincere anche le partite “sporche” quelle che si portano a casa con dedizione e lo spirito di sapersi adattare alle difficoltà. 2-1 al Cagliari, terzo posto in condominio e una sensazione di crescita importante.
I tre punti contro il Cagliari, al di là del risultato, lasciano in eredità l’ennesimo tassello di un percorso di crescita importante, determinante per ambire un campionato di alto livello. La Lazio è matura. Approccia alle difficoltà con pazienza e fiducia, consapevole delle proprie possibilità, non perde la testa e si innervosisce ma rimane sul pezzo e porta a casa tre punti che significano moltissimo. La classifica è di quelle importanti. La Lazio viaggia alla media di due punti a partita che a fine stagione significherebbe raggiungere comodamente un piazzamento Champions. Un traguardo che sembra alla portata della squadra di Baroni che sinora ha perso due scontri diretti contro Fiorentina e Juventus ma si tratta di sconfitte nate più da episodi che effettivi demeriti. L’unica vera stecca stagionale è a Udine.
La classifica della Lazio dopo undici giornate di campionato non può lasciare indifferenti: la squadra ha sempre giocato all’altezza delle sue ambizioni, anche perché ha un allenatore come Baroni che coinvolge tutti. Giocare in Europa gli permette di sfruttare una rosa costruita senza grandissime differenze fra titolari e non in tutte le zone del campo. Ci sono evidentemente giocatori più importanti di altri, ma chi subentra, sebbene con qualche differenza, è comunque molto vicino a chi sostituisce. Il resto ce lo mette il manico. Baroni, che ha sposato una idea di calcio spregiudicato ma non spericolato non appena ha avuto l’occasione di confrontarsi con una squadra di livello, difficilmente sbaglia i cambi. E anche contro il Cagliari ha pescato i tre punti dalla panchina.
L’ambizione della squadra affonda le radici nel lavoro e l’allenatore biancoceleste insiste nello spiegare che il segreto del successo consiste nel non guardarla. La sensazione è che Baroni non dica bugie né si voglia scostare dai propri meriti proprio perché la Lazio scende in campo ogni partita per sfidare sé stessa a migliorarsi per smentire e stupire chi non aveva fiducia in questa squadra. Il grande merito di Baroni è stato quello di plasmare un gruppo che ha trasformato in benzina l’aura di scetticismo che lo circondava. Una sorta di autoalimentazione a ben guardare molto “maestralliana” senza scomodare chi da quelle parti è il Maestro, che può portare la squadra biancoceleste a traguardi inimmaginabili a inizio stagione e comunque a recitare un ruolo da protagonisti in tutte le competizioni.
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