
Cristiano Giuntoli Juventus Immagine | Ansa
La Juventus non c’è più. Dopo lo 0-4 in casa con l’Atalanta, il non richiesto bis a Firenze, dove i gol subiti sono “solo” tre ma sufficienti per aprire una profonda riflessione sul lavoro di Thiago Motta e il mercato di Giuntoli.
Giuntoli conferma di Thiago Motta, un atto dovuto di difesa
Cristiano Giuntoli, dopo il pesantissimo ko del Franchi, ha confermato sulla panchina bianconera Thiago Motta. Un atto di fiducia evidentemente dovuto: esonerare Thiago Motta significa di fatto ammettere di avere commesso un errore clamoroso. E non è detto, a quel punto, che sia solo il tecnico a pagare. L’unica certezza è che la Juventus, in un mese, si è persa senza sapersi ritrovare: il ko con il PSV ha aperto una crisi attualmente senza via d’uscita. Dalla sconfitta in Olanda costata la Champions League, la Juventus non si è più ripresa. Anzi, ha gettato alle ortiche la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia lasciando strada all’Empoli e poi ha inanellato due sconfitte pesantissime, anche al di là del punteggio, contro Atalanta e Fiorentina.
Juventus, sosta senza certezze
La sconfitta al Franchi rientrava nell’alveo della ragionevole possibilità ma nessuno avrebbe immaginato un tracollo del genere. La Juventus arriva all’ultima sosta di campionato senza certezze. Thiago Motta è attualmente fuori dalla zona Champions League, allo stato attuale appannaggio del Bologna di Italiano capace di ripetere e anche migliorare, sinora, i risultati ottenuti dall’attuale allenatore della Juventus senza avere in rosa Calafiori, Zirkzee e un Ferguson a mezzo servizio per buona parte della stagione. Abbastanza, a Vinovo, per interrogarsi, a questo punto, su quanto sia stata la percentuale d’incidenza dell’attuale allenatore che rappresenta, al netto di una buona e sin troppo comprensiva stampa, un flop che fa rumore almeno quanto quello del Milan.
I capi d’accusa: confusione dentro e fuori dal campo
I capi d’accusa si riassumono in un termine. Non c’è reazione. Piuttosto, confusione. Dentro e fuori dal campo. Thiago Motta non è riuscito a dare una identità alla squadra, né a imporre le proprie scelte a un gruppo che sembra evidentemente averlo sfiduciato. Sinora il tecnico ha goduto della protezione di Giuntoli, finito anche lui nell’occhio del ciclone. Il concorso di colpa è evidente e il fallimento tecnico si lega a doppio filo a quello dirigenziale. Giuntoli e Motta sono arrivati alla Juventus con l’idea di tagliare i cordoni rispetto al passato, ma sinora il campo li ha bocciati. Resta da capire cosa succederà nelle prossime nove partite ma la sensazione è che con queste premesse sia difficile immaginare qualcosa di diverso da una rivoluzione.