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La grande chance del Tottenham

Fino all’ultimo ci avevano sperato. Poi però è arrivato il rigore di Ulloa al 95′, ma per il Tottenham non fa grande differenza: oggi l’imperativo è vincere. Tre punti che proietterebbero gli Spurs a -5 dal Leicester. L’avversario però non è dei più semplici: si va al Britannia Stadium a far visita allo Stoke City, che nell’impianto casalingo ha già fermato squadre come il Chelsea, il Manchester City, il Manchester United e l’Arsenal. Gli Spurs oltretutto non vincono nella Contea dello Staffordshire dal 2014 (0-1, gol di Rose) e all’andata terminò sul punteggio di 2-2 con gli uomini di Pochettino, avanti 2-0 all’intervallo con Dier e Chadli, che vengono rimontati negli ultimi dodici minuti da Arnautovic e Diuf.

Da allora il Tottenham è cresciuto notevolmente dimostrandosi una compagine molto solida in difesa (miglior difesa del torneo con 25 reti subite) e particolarmente prolifica in attacco (60 reti, secondo miglior attacco del torneo con Harry Kane in vetta alla classifica marcatori con 22 reti). Lo Stoke City d’altro canto è già ampiamente salvo coi suoi 47 punti e vuole provare un ultimo affondo per la zona Europa League, distante sei punti.

Mentre gli Spurs potranno contare su tutta la rosa eccetto Bentaleb ancora ai box, i Potters dovranno mettere in conto delle molteplici assenze in tutti i reparti: oltre agli infortunati Butland, Glen Johnson, Wilson e Walters e allo squalificato Pieters, saranno in forse fino all’ultimo Whelan e Muniesa. Stringerà i denti invece Arnautovic, non al top della condizione, che guiderà il terzetto composto con Bojan e Shaqiri dietro all’unica punta Joselu. Dall’altra parta il terzetto dietro Kane sarà composto dai soliti Eriksen, Alli e Lamela.

Nelle prossime quattro giornate il Tottenham dovrà vedersela con WBA e Southampton in casa, mentre in trasferta avrà il Chelsea e il Newcastle. Il Leicester invece sfiderà lo Swansea e l’Everton in casa e andrà far visita all’Old Trafford e allo Stamford Bridge: non proprio il massimo della semplicità, ma per lo scudetto serve questo e altro. E il meglio, forse, deve ancora venire.

 

Marco Aurelio Stefanini

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