Questa sera la Francia volerà in Svezia per il suo esordio nella Nations League 2020-21 e l’obbiettivo è sicuramente quello di entrare nelle Final Four mancate nel 2019. La nazione scandinava rievoca dolci ricordi ai Galletti perché proprio nel Mondiale svedese del 1958 i Bleus uscirono dall’anonimato disputando la loro prima grande competizione internazionale. La squadra era ricca di campioni, con Kopa vera stella annunciata e il fantasista di origine polacca era stata una colonna del Reims prima di imporsi anche nel fantastico Real Madrid di fine anni ’50. Nel Nord Europa però brillò come non mai la stella di un attaccante proveniente dal Marocco, allora sotto il protettorato della Francia, e che nell’estate 1958 divenne un immortale del calcio: Just Fontaine.
Nacque a Casablanca nell’agosto del 1933 e già a vent’anni dimostrò tutto il suo valore nel campionato marocchino segnando trentacinque gol in sole ventisei partite. Il salto di qualità era necessario e fu il Nizza a portarlo in Europa e dopo un anno di ambientamento divenne uno dei maggiori cannonieri del campionato. Nel 1956 il Reims era arrivato a un passo dalla vittoria in Coppa dei Campioni, ma perse in finale contro il Real Madrid e gli spagnoli decisero di prendere proprio Kopa dai biancorossi a fine anno. I marnesi avevano dunque bisogno di un investimento di livello in attacco e così venne acquistato Fontaine. Il primo anno fu un po’ sottotono ma dal secondo anno fece faville. I suoi trentaquattro gol gli valsero il titolo di capocannoniere della Division 1 permettendo alla squadra di laurearsi campione di Francia. Il commissario tecnico Albert Batteux poteva finalmente completare il terzetto magico d’attacco composto da Fontaine, Kopa e Piantoni e i Galletti erano tra le nazionali più attese. Il nordafricano aveva voglia di farsi conoscere immediatamente al mondo intero e fin dalla fase a gironi fu devastante. A Nörrkoping si giocò la gara inaugurale contro il Paraguay e fu un trionfo del gol. Gli europei vinsero per 7-3 e il centravanti del Reims mise a segno i suoi primi tre gol della competizione. Fu grande protagonista anche nella seconda giornata, ma la sua doppietta non evitò la sconfitta per 3-2 contro la Jugoslavia e per poter continuare nella competizione era fondamentale la vittoria sulla Scozia. A Örebro, dopo l’1-0 di Piantoni, fu ancora Just a battere Brown per la rete della sicurezza che rese inutile la marcatura di Baird. La Francia era così per la prima volta nella sua storia tra le prime otto del mondo e sulla sua strada vi era ancora il Regno Unito. Ai quarti di finale sfidò l’Irlanda del Nord e a Nörrkoping, guidati dal genio di Kopa e dall’infallibile centravanti, fu una semplice formalità. Dopo il vantaggio di Wisnieski fu Fontaine a trovare un’altra doppietta per trafiggere il leggendario, ma malconcio, Harry Gregg prima che Piantoni calasse il definitivo poker. I Bleus erano una macchina splendida da vedere ma in semifinale affrontarono l’avversario peggiore: il Brasile. Dopo il vantaggio di Vavá fu ancora Just a pareggiare anticipando da campione Gilmar in uscita, ma era solo un fuoco di paglia. Pelé si scatenò con una tripletta e il 5-2 finale spezzò i sogni di gloria transalpini. C’era ancora una partita di consolazione per il terzo posto e la sfida era con i vicini e campioni del mondo in carica della Germania Ovest. Si combatteva per il podio e a Göteborg ne scaturì una gara leggendaria. La Francia vinse per 6-3, conquistando il suo primo storico podio in un Mondiale, e delle sei reti ben quattro furono di Fontaine che riuscì così ad arrivare a quota tredici marcature in una sola edizione. Un record ancora oggi imbattuto e che difficilmente verrà scardinato in futuro lasciando Just Fontaine per sempre nell’Olimpo del calcio.
Tornato dal Mondiale sembrava non dover più fermare la sua fame di gol e nel 1959 trascinò il Reims alla sua seconda finale di Coppa dei Campioni ma fu ancora il Real Madrid a negargli la vittoria. L’anno seguente vinse un altro campionato e un’altra classifica marcatori, ma fu l’inizio della fine. In una gara di Division 1 contro il Sochaux subì un bruttissimo infortunio che gli causò la rottura della tibia e del perone saltando così gli Europei casalinghi di quell’estate. Ritornò dopo vari mesi ma le ricadute furono frequenti e così nel 1962, a soli ventinove anni, appese le scarpette al chiodo uno dei più grandi centravanti della storia della Francia e non solo. Nel 2003 venne scelto come “Golden Player” del secolo per rappresentare i Galletti superando fenomeni come Kopa, Platini o Zidane, perché tredici gol in un Mondiale riuscì a farli solo in Svezia nel 1958 l’unico e irraggiungibile Just Fontaine.