La Fiorentina di Palladino ha innestato le marce altissime. Dalla vittoria contro il Milan in poi la Viola è un’altra squadra, che si candida a rivelazione del campionato. Dieci giornate sono sufficienti per fotografare le potenzialità di un gruppo che prima perdeva poco, ma poi ha iniziato a vincere. Cinque vittorie, quattro pareggi e una sola sconfitta è uno score assolutamente inaspettato dopo la sosta, ma che rende giustizia a un tecnico messo troppo presto sulla graticola.
Non è facile cambiare, ma Palladino ha avuto il coraggio di rivedere le proprie idee, adattarle alla squadra. Pragmatico, oltre che preparato. Solo un allenatore con una certa maturità e sensibilità riesce ad annusare l’aria prima che la situazione precipiti. E quando ha preso definitivamente atto che la Viola non avrebbe recepito il modello di calcio che aveva in mente, ha scelto di invertire a U il progetto tecnico, sacrificando elementi come Biraghi, non esattamente un peso leggero nello spogliatoio e in un momento in cui la panchina era quanto mai traballante. Il passaggio alla linea difensiva a quattro, l’inserimento a tempo pieno di Bove, vero ago della bilancia per la capacità di abbinare le due fasi di gioco, e la delocalizzazione di Beltran, liberato dalla esigenza di timbrare a tutti i costi il cartellino, ha cambiato volto e risultati alla squadra. Poker consecutivo di vittorie in campionato contro Milan, Lecce, Roma e Genoa, arrivate in tutti i modi possibili: di goleada, di rimonta e di misura.
Rivoluzione riuscita, quella di Palladino. La sua Fiorentina 2.0 è una squadra matura, capace di restare equilibrata mantenendo una certa permeabilità difensiva e di raccogliere frutti copiosi. Terzo posto in campionato in condominio con l’Atalanta, due punti sopra la Juventus e prospettive quanto mai rosee. Messa alle spalle la sfida di Marassi, che non è mai un campo semplice, specialmente contro un Genoa in crisi, la Viola può chiudere nel miglior modo possibile prima della sosta. La vittoria, anche per come è maturata, ha dato la sensazione di una squadra consapevole sia delle proprie potenzialità che di poter coltivare le proprie ambizioni. Alcuni traguardi di intertappa sono alla portata. La Fiorentina affronta il Torino, in caduta libera di gioco e risultati dopo il buon avvio, Apoel ed Hellas Verona. Avversari che possono spianare la strada verso un inserimento definitivo nel novero delle aspiranti all’Europa che conta e chiudere con un certo anticipo la questione legata alla qualificazione alla fase finale di Conference League.
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