L’ufficialità è arrivata mercoledì 28 giugno, rompendo un silenzio che stava regnando incontrastato in quello che ambisce al ruolo di cessione dell’anno. Perché è verissimo che Marcus Berg ha 30 anni e deve pensare solo più al presente della sua comunque brillante carriera, perché in fondo la gabbia dorata che gli offrono dagli Emirati Arabi è un incentivo ad arrotondare la pensione, perché cifre del genere ti mettono davanti ad una scelta. E dopo aver girato l’Europa, Berg aveva solo più bisogno di trovare il luogo giusto nel quale infilare ancora un paio d’anni a livelli minori rispetto agli standard greci per poi inabissarsi nel tunnel del ritiro.
Cifre – L’Al Ain, gli Emirati Arabi Uniti, la quarta città del paese per popolazione nonché tra le prime per ricchezza. Quello che colpisce è semmai il volume di denaro mosso: affare da 3 milioni all’anno per il capocannoniere della scorsa Super League greca, ma le cifre ipotizzate parlavano di un trasferimento da 30 o 60 milioni. “Le cifre pubblicate dai media su quanto paghiamo Marcus Berg non sono vere, il totale è molto più basso“ ha chiarito il dirigente Al Ghanem Hajri. E’ un trasferimento che fa bene pure al Göteborg, con l’IFK che intascherà poco più di 650mila corone svedesi come contributo relativo alla precedente vendita dell’attaccante (che, per l’appunto, era arrivato al Panathinaikos dai Kamraterna). “Non è alta, ma rappresenta comunque un bel reddito supplementare e ogni piccola cifra aiuta“ ha poi chiosato Jakob Andersson.
Polemiche e strascichi – Non che Berg si sia presentato nel modo migliore, peraltro. Lo svedese ha infatti dichiarato come il suo passaggio all’Al-Ain sia un passo avanti nella sua carriera, parole non certo apprezzare dai tifosi del Pana che gli hanno rimproverato l’accusa di tradimento. Okay che sia entusiasta di giocare la Champions League asiatica, ma si parla sempre di Al Ain. In fondo, per quanto economicamente disastrato, il Panathinaikos resta un club dalla storia importante e soprattutto fa parte del calcio europeo. Ecco qui, però, la ferita. Qualcosa si è rotto. Il rapporto tra Berg e la proprietà di Alafouzos si era irrimediabilmente incrinato, e chissà perché. “Non voglio dir nulla in merito al Panathinaikos, il club è nel mio cuore. Sono accadute alcune cose, ma le lascio indietro e tengo solo le esperienze positive”.
Passo avanti, ma forse no – “Per me, Al Ain è un passo avanti, con tutto il rispetto per il Panathinaikos e la Super League greca. Ci sono alcune squadre forti, ma si sono anche altre deboli. Ad essere onesti non sapevo molto sul calcio asiatico, ma qui all’Al Ain stiamo guardando i quarti di finale della Champions League asiatica e credo debba essere qualcosa di bello a cui partecipare“. La sincerità di chi ammette di non sapere dove sia stato paracadutato è forse l’emblema di questa trattativa. Nata forse per gioco, conclusasi con Alafouzos che si è ritrovato senza attaccante. La Grecia ha perso un giocatore, e che giocatore, capocannoniere dello scorso campionato con 22 reti in 28 presenze. Marcus è partito per una nuova esperienza, senza troppe pretese e con un occhio al ritiro. Perché in fondo gli Emirati sono bellissimi e ricchissimi, probabilmente uno dei migliori posto in cui allentare il ritmo in vista di una ricca pensione.
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