Il portiere Sommer l’anno scorso aveva mantenuto la rete inviolata in 19 partite; ora è riuscito a farlo solo in tre occasioni. Gli errori individuali emersi contro la Juventus sollevano interrogativi sulla solidità della squadra. La prima domanda riguarda la drastica differenza tra le prestazioni difensive in campionato e in Champions League: in Europa, l’Inter non ha ancora subito un gol, mentre in campionato è già arrivata a 13 reti incassate.
Questo calo di attenzione è evidente, considerando che ben dieci squadre hanno una difesa più solida, tra cui Empoli, Udinese, Bologna, Monza, Milan, Fiorentina, Juventus e Lazio. Rispetto alla scorsa stagione, la squadra di Inzaghi ha fatto un netto passo indietro in termini di efficacia difensiva.
Un altro elemento di riflessione riguarda la coesione del reparto difensivo. Il secondo gol della Juventus rappresenta bene le difficoltà attuali. McKennie si inserisce liberamente tra le linee e serve un assist perfetto per Vlahovic, che segna senza incontrare resistenza. Un errore tattico evidente: De Vrij, che avrebbe dovuto coprire, lascia uno spazio vuoto al centro e accusa Bastoni di aver lasciato l’uomo libero. In sala stampa, Inzaghi ha ammesso la necessità di “responsabilizzarsi” come squadra, indicando che ci sono errori ripetuti che devono essere corretti, ma ha evitato di puntare il dito contro i singoli giocatori. La fragilità della difesa sembra ormai strutturale e non solo occasionale.
Un cambiamento importante quest’anno è che l’Inter costruisce più avanti del solito, con Bastoni e Pavard spesso posizionati molto in alto, quasi sulla linea degli attaccanti esterni. Questo sistema offensivo più aggressivo permette agli avversari di sfruttare le transizioni difensive, trovando spazi scoperti per ripartire velocemente. Inoltre, i calci piazzati sono diventati un punto debole: l’Inter ha subito ben tre gol su punizioni, contro Genoa (un’uscita sbagliata di Sommer), Milan (un errore di Frattesi) e Udinese (con Kabasele che ha segnato di testa).
Contro la Juventus, la squadra ha sofferto anche la vivacità di giovani come Yildiz e la capacità di dribbling di Conceicao, mostrando difficoltà nel gestire gli uno contro uno. Questa instabilità si riflette nel rendimento della difesa: a volte la squadra è in grado di mantenere la rete inviolata, come in Champions contro la Roma, mentre altre volte subisce una sconfitta pesante, come contro la Juventus.
I numeri parlano chiaro: l’anno scorso, Inzaghi aveva subito solo cinque gol nelle prime otto partite di campionato; quest’anno, la squadra ne ha già subiti più del doppio. Inzaghi si ritrova quindi a fronteggiare una situazione complessa, dove “Qualcosa è cambiato” non è solo il titolo di un film, ma una realtà difficile da ignorare. La difesa, un tempo forza trainante dell’Inter, mostra segni di vulnerabilità, e la solidità che caratterizzava la squadra sembra compromessa.
La situazione richiede soluzioni immediate: il reparto difensivo dovrà lavorare per ridurre gli errori individuali e migliorare la comunicazione interna. Inzaghi potrebbe dover rivedere il posizionamento avanzato di Bastoni e Pavard, valutando un ritorno a una disposizione più difensiva per garantire maggiore protezione. Anche la gestione dei calci piazzati dovrà essere affinata, con un lavoro specifico per evitare gol su punizioni.
Inzaghi ha dichiarato che la responsabilità è collettiva, e per ritrovare la solidità difensiva, tutta la squadra dovrà lavorare insieme per risolvere i problemi attuali. La stagione è ancora lunga, ma se l’Inter vuole continuare a competere ad alti livelli, sarà fondamentale ripristinare la compattezza della difesa.
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