Nuovi nomi, nuove certezze: il reparto difensivo del Barcellona è stato un grosso limite nelle scorse stagioni e nonostante diversi tentativi sul mercato il valore della linea arretrata non è migliorato in questi anni. Per questo al momento del grave infortunio di Piqué nello scontro diretto con l’Atlético Madrid si è temuto il peggio per le sorti difensive del Barça, ma a tamponare l’assenza del vice-capitano è stata la crescita di altissimo livello di Ronald Araujo.
Il centrale uruguaiano classe 1999 ci ha messo un po’ a convincere tutti, ma in questo momento è il miglior interprete a disposizione di Koeman nella fase difensiva, anche perché prima di poter rivedere Piqué in campo bisognerà aspettare ancora tempo. I principali problemi di Araujo erano legati all’esperienza, viste le poche apparizioni in prima squadra prima dell’inizio di questa stagione e le difficoltà in alcune letture tecniche dovute al poco feeling con un campionato del livello della Liga.
Ma il passare del tempo ha limato questi dettagli, portandolo a essere una delle grandi certezze del nuovo Barcellona. Anche perché a livello di mezzi il ragazzo cresciuto nel Boston River in Uruguay prima di passare alla Masia, ha praticamente tutto ciò che serve per imporsi nel calcio di oggi: il fisico è imponente, ma non lo limita nella velocità; nei contrasti corpo a corpo è difficilissimo da superare, così come nel gioco aereo e anche l’impostazione con i piedi è di un livello ben oltre la dignità.
Di fatto di tratta solo di mettere assieme il tutto: in alcune delle sue peggiori prove, vedi quella di ritorno di Champions contro la Juventus, ha avuto problemi di posizionamento e di distanze con il reparto, ma l’ultimo mese ha dimostrato come invece al momento sia uno dei calciatori più prestanti anche sul piano tattico. Di fatto nelle ultime gare non è mai stato superato in dribbling e la sua struttura fisica è stata dominante nei contrasti uno contro uno: aver creduto in lui è una delle poche scommesse vincenti di un Barça che spesso ha investito male i suoi soldi sul mercato, ma che in questo caso ha saputo guardare al futuro con gli occhi giusti.
Araujo è un centrale destinato a diventare uno dei migliori nel ruolo, aiutato da una fiducia incondizionata arrivata anche nei momenti più complicati: una sorta di parallelo con Bastoni che al Parma aveva cominciato tutt’altro che bene ma che poi ha guadagnato la fiducia fino a diventare un titolarissimo dell’Inter. Oltre all’età i due condividono anche le prospettive di crescita per poter diventare i riferimenti difensivi di due nazionali come Italia e Uruguay che hanno una notevole storia nel reparto.
E intanto può ritenersi felice anche il Barça, che quando ritroverà Piqué probabilmente andrà a rinunciare a Lenglet e non ad Araujo, l’ultima grande conferma che i miglior investimenti del Barcellona in questi anni sono stati quelli dal minor budget.
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