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Kypello Ellados, la preview della finale al Panthessaliko

Tutto sembrava magnificamente orchestrato dal destino. Accoppiamento dei quarti di finale di Kypello Ellados: Platanias-AEK Atene, Skoda Xanthi-PAOK, Olympiakos-Atromitos e Panathinaikos-Asteras. Zero sorprese, avanti erano andati gialloneri, bianconeri, biancorossi e verdi. Semifinali: infuocate: Panathinaikos-Paok e Olympiakos-AEK Atene. Sarebbe stato carino vedere almeno un “derby degli eterni nemici” qui (o, meglio, in finale), eppure qualcosa si è messo di traverso. La Τύχη, la Moira, il fato, il destino, i numi, gli oracoli, le Pizie, vaticini strani, affari in malafede o qualche divinità avversa. Non mi importa il mandante, quello che voglio sottolineare è che la top 4 di Grecia si sarebbe incontrata in cinque sfide appassionanti: due andate, due ritorni, la finalissima.

  1. Mercoledì 12 aprile, Apostolos Nikolaidis di Atene, Panathinaikos contro PAOK, 4-4-2 contro 4-3-3. Una zuccata di Rodrigo Moledo su torre di Berg (minuto 21) e il sinistro vincente di Sebastián Leto (83′) sempre su assist dello svedese mandano in visibilio il Pana. La casella dei gol fuori casa recita zero per il PAOK, dunque Zeca e compagni hanno già un piede in finale. Bianconeri che tornano a Salonicco e schiumano di rabbia, Vladimir Ivic preannuncia la remuntada e in ben pochi lo credono. La vendetta si serve a freddo, infatti sarà così. Tra i Prasinoi, Ouzounidis ha vince la sfida e pregusta la finale: sarà questo a tradirlo, presumibilmente. Il tabellino. Panathinaikos (4-2-3-1): Vlachodimos; Coulibaly, Moledo, Koutroubis, Hult; Villafañez (dall’86’ Molins), Zeca, Kourbelis, Mpoku: Klonaridis (dal 75′ Leto), Berg (dal 92′ Nuno Reis). Risponde il PAOK: Glykos; Leo Matos, Malezas, Crespo, Leovac; Shakhov (dall’88’ Cimirot), Cañas, Warda; Djalma (dal 73′ Kitsiou), Klorouris, Henrique (dal 58′ Pelkas). 
  2. Giovedì 13 aprile, Georgios Karaiskakis del Pireo, è derby di Atene tra Olympiakos e AEK. Takis Lemonis non cambia tanto nel suo undici, sogna il doblete Super League + Kypello Elladas e dunque il turnover, se c’è turnover, è minimo. Manolo Jiménez, che vuol bagnare il suo ritorno all’AEK con un trofeo, sente tantissimo questa stracittadina e in casa dei nemici sa che l’obiettivo minimo è segnare per poi giocarsela in casa allo Spyros Louis. Passano 6′ e Sergio Araujo trova spazio su punizione di Mantalos e porta in vantaggio i gialloneri, ma al 13′ è Diogo Figueiras ad approfittare del colpo di testa di Sebá e a mettere in discussione tutto. Il punto finale, quello della vittoria esterna dell’AEK, porta la firma di Patito Rodríguez. Jiménez sbanca il Karaiskakis e sogna la finale. Il tabellino: Olympiakos (4-2-3-1): Kapino; Figueiras, da Costa, Botía, Retsos; Androutsos (dal 46′ Cambiasso), Romao; Marin (dal 79′ Martins), Fortounis, Sebá; Cardozo (dal 61′ Ansarifard). Questo l’AEK: Anestis; Galo, Vranjes, Chygrynskiy, Vilà; Johansson, Simões; Christodoulopoulos (dall’89’ Bakasetas), Mantalos (dall’81’ Aravidis), Rodríguez (dal 73′ Galanopoulos); Araujo.
  3. Mercoledì 26 aprile, Spyros Louis, è il ritorno: AEK in casa, Olympiakos ospite. Si copre giustamente Jiménez, 4-3-3 che poi sarebbe 4-3-2-1 per Lemonis, con Fortounis e Marin qualche metro dietro ad Ansarifard. Sarà una partita tipicamente ellenica, con più interventi fallosi che occasioni da rete. Ben 13 gli ammoniti, tra cui i doppi giallo sventolati in faccia ad Anestis (perdita di tempo) e da Costa (bruttissimo fallo). L’arbitro Sidiropoulos avrà certamente avuto difficoltà a tener buoni gli animi, specie dopo l’82’, quando l’Olympiakos si è portato in vantaggio grazie al destro di Alayxis Romao. Ultimi minuti d’assalto biancorosso e difesa serrata giallonera, con la consapevolezza che un gol avrebbe cambiato tutte le carte in tavola a favore del Θρύλος. Niente ha scalfito l’1-0, risultato che qualifica il Δικέφαλος Αετός. Il tabellino. AEK (4-4-2): Anestis; Galo, Vranjes, Chygrynskiy, Vilà; Christodoulopoulos (dal 78′ Almeida), Johansson, Simões, Rodríguez (dal 62′ Galanopoulos); Araujo, Mantalos (dal ’91’ R.Vargas). L’Olympiakos, invece (4-2-3-1): Kapino; Figueiras, da Costa, Retsos, de la Bella; Cambiasso (dal 61′ Androutsos), Romao, Martins; Fortounis, Ansarifard (dal 58′ Cardozo), Marin (dall’83’ Elyounoussi).
  4. Giovedì 27 aprile, si gioca al Toumba PAOK-Panathinaikos. Vladimir Ivic credeva alla remuntada nonostante al Nikolaidis fosse uscito con due reti sul groppone, Ouzounidis forse pensava di riuscire a dilapidare un simile vantaggio in alcun modo. E invece, non solo il PAOK ce l’ha fatta, ma il Pana è tornato ad Atene con un poker indigesto. Partita molto nervosa, alla luce degli 8 cartellini sventolati. Un calcio di punizione di Dimitrios Pelkas (14′) e una zuccata di Leo Matos su cross di Diego Biseswar (48′) hanno pareggiato i conti, poi al 72′ è stato espulso Nicolas Hult per doppio giallo. Con l’uomo in meno, il gruppo di Ouzounidis è crollato: un minuto dopo Shakhov ha capitalizzato al meglio l’assist di Pelkas, mentre all’83’ c’è stata gloria anche per Aleksandar Prijovic a girare in rete col destro un altro assist di Biseswar. Quattro a zero, palla al centro e Pana che non c’è più. Alla fine il Toumba esplode di gioia, per la finale al Panthessaliko. Aveva ragione Ivic. Il tabellino. PAOK (4-2-3-1): Glykos; Matos, Varela, Crespo, Leovac; Shakhov (dal 79′ Cañas), Cimirot; Djalma (dal 59′ Henrique), Warda (dal 46′ Biseswar), Pelkas; Prijovic. Quanto al Panathinaikos (4-4-2): Vlachodimos; Coulibaly, Moledo, Koutroubis, Hult; Villafañez (dall’88’ Chatzigiovannis), Kourbelis, Reis, Mpoku (dal 66′ Molins); Berg, Klonaridis (dal 78′ Lod).

Alla fine, PAOK-AEK la finale. Ma stupisce come a livello storico, delle quattro big, siano arrivate in fondo quelle con meno storia: eliminate Olympiakos (27 Κύπελλο Ελλάδος in bacheca) e Panathinaikos (18), a giocarsi il titolo sarebbero state la formazione bianconera (4 trionfi, ma ben 13 secondi posti!) contro quella giallonera (15 volte campione, ultima delle quali lo scorso anno). Al Panthessaliko, chi l’avrebbe spuntata?

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