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Dejan Kulusevski e l’alchimia con il Tottenham

L’acquisto di Dejan Kulusevski da parte di Paratici aveva sicuramente destato qualche dubbio tra i tifosi del Tottenham. Dubbi che avevano una base: l’operazione Kulusevski alla Juventus non era stata fino a quel momento molto proficua, anzi. Mille dubbi sul giocatore, strappato a cifre importanti dal Parma ma mai capace di mescolarsi perfettamente con l’ambiente juventino. Tra Pirlo e Allegri, lo svedese è parso quasi un pesce fuor d’ acqua a Torino, pronto a far esplodere il proprio talento da un momento all’altro ma mai a proprio agio negli ingranaggi confusi e in repentino cambiamento dei bianconeri. E allora ecco che la chiamata Spurs arriva puntuale, nel momento migliore per il ragazzo nel campionato più difficile in una squadra chiamata a risollevarsi al più presto possibile.

Il protagonista di questo neo – Tottenham è Antonio Conte con il compito di risollevare gli Spurs dal baratro post Pochettiniano. Tuttavia non sempre le cose vanno per il verso giusto ed ecco che il Tottenham ritorna in un momento di difficoltà: la sconfitta di misura contro il Burnley destabilizza anche uno come Conte che si esprimerà con dure parole: “Non posso accettare di continuare a perdere, mi dispiace per i tifosi. Gli allenatori cambiano, i giocatori no e i risultati sono sempre gli stessi. Questa situazione non va bene per nessuno, non posso accettarla. Forse non sono così bravo. Il Tottenham mi ha chiamato per cambiare le cose, ma sono troppo onesto“. Ma se in questo momento lo spirito di confusione generale Contiano aleggia in casa Tottenham, ecco che la luce di Kulusevski torna a brillare.

Lo svedese è diventato un’arma davvero importante per Conte. Nel match contro l’Everton conclusosi con un roboante 5-0, complice la totale assenza di organizzazione difensiva dei Toffees, il ragazzo svedese ha brillato come non mai. Un’ennesima partita positiva dal suo approdo, come possiamo vedere qui in questo tweet. Ma cosa è successo?  Cosa non funzionava prima?

Una Juventus difficile in cui inserirsi

Nella Juventus di Andrea Pirlo, in una rivoluzione tecnico tattica importante, Kulusevski non ha mai trovato appieno la sua dimensione. La situazione Juventus non ha per niente aiutato per svariati motivi. In primis l’assenza durante l’arco della stagione di numerosi giocatori che ha portato lo svedese a cambiare più volte di ruolo per esigenze tattiche. Questo non ha aiutato, ad esempio l’assenza/presenza di Dybala. Spesso i due si pestavano i piedi, risultando uno il doppione dell’altro. Sarebbe stato sacrilego allontanare dalla porta uno dei due, ma la loro coesistenza in campo nei loro ruoli migliori non era possibile.

Pirlo allora, così come Max allegri sebbene in modo diverso, ha deciso di cucirgli addosso un ruolo particolare, cercando di creare una nuova versione di Kulusevski rispetto quella vista a Parma. Si parlava addirittura di un ruolo da incursore visti i mezzi fisici e tecnici, posizione poi occupata dall’esplosione di uno come McKennie. Poi l’arrivo di Max Allegri, il tentativo della ricerca dell’equilibrio e filosofie di calcio che erano incompatibili tra giocatore e allenatore. Uno stile un po’ più conservativo proposto da Allegri non poteva collegarsi nel miglior modo possibile allo stile imprevedibile e offensivo di uno come Kulusevski.

L’arrivo in una grande squadra non è mai semplice, specie quando sei tatticamente difficile da collocare soprattutto per i compiti che ti vengono chiesti. Allegri sapeva quale fosse il ruolo di Kulusevski, ma non era funzionale alla rosa e alla squadra in campo che il mister avrebbe voluto. La sua difficoltà si vede, per tutte le stagioni alla Juventus, nei compiti che gli venivano assegnati.

In Premier League Kulusevski trova terreno fertile per le sue giocate, un’ala moderna si potrebbe definire, un giocatore di gamba capace di interpretare bene il gioco che ama venire dentro al campo. La sua imprevedibilità si mescola bene con i ritmi intensi della Premier che esaltano le sue qualità nel dribbling e nelle scelte negli ultimi metri. Qualità mescolate benissimo con il carattere e le idee di Antonio Conte, che vedono Kulusevski libero di esprimere il proprio talento in un ruolo offensivo, nei due dietro Kane, a destra. In quella posizione può sfoderare le sue armi migliori, può accentrarsi per trovare il tiro, per cercare gli inserimenti sul suo lato, insomma è diventato un giocatore finalmente funzionale per la squadra in cui gioca.

E allora ecco che Kulusevski si esalta in campo, irriconoscibile anche come atteggiamento nelle situazioni, proiettato in una dimensione che mostra a tutti il suo grande talento. E se alla Continassa si parla già di rimpianto, i tifosi hanno ideato un coro che ormai sta spopolando, ed ecco che Conte può fare affidamento al suo “ginger from Sweden“, per risollevare il suo Tottenham e per portarlo ai livelli che tutti i tifosi si aspettano.

Berengario Elia Pelizzari

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