La notizia trapelata dalla Francia nelle ultime settimane è, per i seguaci del calcio ellenico, abbastanza sconvolgente. Kostas Mitroglou, quel bomber greco per cui la dirigenza dell’Olympique Marsiglia non s’era fatta intimorire in estate dai cari prezzi dell’atelier Benfica, portando al Vélodrome un profilo di aratura certamente internazionale, sarebbe infatti sulla lista cessioni scritta dalla mano di Rudi Garcia. Zubizarreta e Eyraud potrebbero a prima vista pure aver ragione, perché le sole tre reti in Ligue 1 sono troppa poca roba per un delantero pagato 15 milioni con annessa promessa ai signori del Da Luz di un bonifico contenente metà della futura rivendita dell’attaccante greco.
Andoni, Zubizarreta, all’interno dell’organigramma societario ricopre la carica di direttore sportivo dal 27 ottobre 2016. Jacques-Henri Eyraud è invece il patron del club dal 17 ottobre 2016. Insieme avevano deciso di regalare, quest’estate, l’ennesimo puntello d’eccezione al nuovo tecnico: la rosa era stata rivoluzionata, Mitroglou è stato il più oneroso investimento estivo ed era certo in buona compagnia (Thauvin, Luiz Gustavo, Germain, N’Jie, Rami, Mandanda, Amavi, oltre al rientro di Ocampos dal Genoa e al prestito di Abdennour). Kostas era un po’ la ciliegina sulla torta di un’epoca recente pullula di sforzi in sede di trattative per riportare l’OM droit au but, dritto all’obiettivo, al punto, al target che ci si era prefissati. Per carità, la squadra sta facendo benone tanto che il secondo posto è alla portata, ma gli undici punti di distacco dal PSG sono un neo che pervaderà ancora per un poco le notti marsigliesi di Rudi Garcia, che in fondo la situazione da eterno secondo l’aveva vissuta pure in Italia ai tempi della Roma e di una Juventus mai raggiungibile. Quanto a Kostas, invece, stupisce abbastanza il suo rendimento. In stagione, con lui in campo la sua squadra ha perso sole tre partite, pareggiandone però 6 (okay che quello col PSG è grasso che cola, ma francamente l’Angers e lo Strasbourg paiono tutt’altro che imbattibili). “Je suis très content de mon entrée, et que le public m’ait applaudi, j’ai mis un but et ça va continuer comme ça“, aveva prontamente affermato Kostas. Certo, il calore dello stadio aiuta. Ma le scelte le fa Garcia e nelle preferenze non è che sia al top.
In una finestra di mercato calma come è stata quella invernale, l’Olympique Marsiglia ha pensato solo a cedere. Tante offerte sono pervenute sulla scrivania di Zubizarreta, ma tutte prevedevano un prestito di Mitroglou: l’efficienza di Valère Germain ha gettato un macigno sulla titolarità dell’ex Olympiakos, che resta un forte interrogativo cui in pochi sanno fornire una risposta sensata. Perché Garcia continua ostinatamente a dar fiducia all’ex Monaco? Conosce meglio i prati di Ligue 1, e alla prima di campionato, quando il greco non era ancora stato tesserato, Germain s’era presentato ai nuovi tifosi con due assist decisivi nel 3-0 al Dijon. Arrivato in Francia, un infortunio muscolare ha ben presto messo ko l’ex Benfica e la bilancia pendeva ormai inesorabilmente dalla parte del contendente. Dalla 9° alla 16° giornata è stato l’ex Benfica il titolare, ma i tre pareggi ottenuti in quel periodo hanno evidentemente fatto pensare a un dualismo inscindibile. E Mitroglou, evidentemente, segnava (due reti, sinistro al Dijon e colpo di testa al Caen) ma non garantiva quel surplus che invece si vede con Germain in campo. Forse per la comunanza linguistica, in fondo Kostas non parla nemmeno la sua di lingua, il greco, il numero 28 ha scavalcato nuovamente il numero 11.
Nelle ultime 10 giornate, Mitroglou ha giocato la pochezza di 53 minuti sparsi in scampoli di gara inutili e poco fruttuosi: ciò non toglie che l’ultima giornata abbia visto Mitroglou in gol, ma resta sempre inutile perché nello stesso lasso di tempo il collega Germain ha fatto ben meglio (sei reti e due assist). Concorrenza serrata, forse sleale, ma in fin dei conti l’OM deve tornare in vetta e il fine giustifica i mezzi. Se poi serve abbandonare l’investimento estivo per “Mitrogolo“, così soprannominato ai tempi del Benfica, allora tant’è. Per il tre volte campione di Grecia (e due di Portogallo, ne l’avevamo raccontato QUI), la strada è pressoché tracciata. E non porta al Vélodrome, a meno di inattesi colpi di scena.
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