Sono passati pochissimi mesi dalla lite tra Kepa e Maurizio Sarri per il cambio concordato e mai avvenuto con Willy Caballero. Sarebbe dovuto entrare l’argentino in finale di Carabao Cup contro il Manchester City, un po’ perché Kepa stesso aveva accusato un fastidio di crampi, un po’ perché per reputazione Caballero pur non essendo un fenomeno tra i pali è uno che spesso indovina l’angolo in cui buttarsi. Finì malamente quel giorno, con vittoria del Manchester City e uno sfogo tutt’altro che pacifico di Sarri che non riuscì a fare il cambio perché il basco si rifiutò di lasciare il campo.
In Europa League però la musica è cambiata, merito di un Kepa decisamente più maturo e responsabile che questa volta si è fatto carico delle sue abilità per portare il Chelsea in finale nonostante la situazione di svantaggio. Non c’è stato neanche il pensiero di mettere in scena quella sostituzione che rese famoso Van Gaal al Mondiale del 2014 quando tolse Cillessen per far entrare Krul, un pararigori fittizio che però mentalmente mise in crisi i tiratori costaricani.
No, stavolta piena fiducia a Kepa, ripagata a pieno. Sotto di un gol, doveva per forza inventarsi il numero, e così ha scelto prima saggiamente di rimanere fermo sul rigore centrale di Hinterregger, e poi di lanciarsi alla propria destra per parare il tiro di Paciência, entrato al 118′ solamente per calciare quel rigore.
Eroe, più di qualunque altro, in quei calci di rigore che erano stati il motivo della sua crisi. Crisi con Sarri, riparata grazie all’intervento paciere di Rudiger, crisi con Caballero a cui sembra aver detto di essere il miglior portiere della squadra dopo i fatti contro il City.
Tutto dimenticato in nome di una coppa più grande: non un titolo di lega, ma una grande competizione europea. Sarà una finale tutta londinese, arrivata grazie alle imprese di Kepa Arrizabalaga che adesso oltre a essere il portiere più pagato della storia è anche il vero pararigori del Chelsea.
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