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Kaveh e Farnoosh, il viaggio verso l’Occidente dei Rezaei

Eslamabad Gharb, cittadina della provincia di Kermanshah situato nella zona nord-ovest dello stato iraniano, a 498 km da Teheran: è da qui che parte il viaggio verso l’Occidente di Kaveh Rezaei, giovane punta della seconda squadra cittadina, promessa di un calcio nato in mezzo alle divergenze territoriali, ma soprattutto affrontato dal popolo con un mix di delusione ed indifferenza.

Parlando di Rezaei si potrebbe discutere soprattutto su come ha affrontato in età giovanile il professionismo calcistico, della sua adesione ad uno stile di vita non accettato (ancora) dalla sua famiglia, di come il suo talento sia stato sotto gli occhi di tutti già dalla selezione nazionale Under 17: punta centrale classe ’92, 185 centimetri susseguiti da un fisico snello ma possente soprattutto sulla parte alta del corpo, ha costruito la sua bocca di fuoco principale (lo stacco di testa) durante il suo primo contratto giovanile con il Foolad, formazione che selezionava lo stesso Rezaei come unica punta centrale con il numero 9. Le grandi prestazioni con la prima squadra del Foolad, ma soprattutto con l’Under 17, gli valgono il primo contratto professionistico in Persian League: sarebbe stato assurdo per il Foolad rinunciare a Rezaei che fino ad allora aveva timbrato 10 volte il cartellino in 13 partite con la maglietta della selezione giovanile, ma soprattutto aveva ricevuto ammiccamenti da squadre di media-alta classifica dell’Est europa (si parlava di un interessamento del Levski Sofia). Dopo il Foolad e dopo esser diventato il più grande marcatore delle selezioni giovanili iraniane (26 goal in 35 partite), arriva il grande salto nello Zob Ahan (in mezzo la parentesi negativa del Saipa, un prestito triennale che lo porterà molto spesso a non arrivare alla doppia cifra stagionale), acquistato per 500.00o euro, una delle maggiori cifre spese nel campionato persiano per un connazionale: il suo score nel campionato e nelle coppe persiane alla fine conterà 39 reti unite a 29 assist in 149 partite, un biglietto da visita niente male per un giocatore che ha collezionato anche 5 presenze con la nazionale maggiore.

E’ possibile trovargli un difetto nell’incostanza realizzativa: sarebbe negativo non evidenziare la brutta parentesi al Saipa, ma sarebbe irrispettoso nei suoi confronti non sottolineare il ruolo completamente diverso che lo porterà ad una metamorfosi del suo gioco; durante le 69 partite infatti ha ricoperto l’insolito ruolo di ala sinistra, inadatta ad un dribbling troppo acerbo rispetto alle sue caratteristiche tecniche, ma soprattutto ripiegamenti difensivi che hanno appannato le sue qualità offensive e il suo temperamento in campo. Tutto ciò lo ritroviamo nei 9 cartellini gialli collezionati, nei 9 goal in 69 partite, quando andiamo ad analizzare la sfumatura meno positiva dell’esperimento tattico: dall’altra è cresciuta in Rezaei la disponibilità al sacrificio (mai osservata nei suoi primi anni di carriera), ma soprattutto il processo qualitativo del suo calcio, con un range molto più ampio di giocate soprattutto quando fronteggia l’1 contro 1  il difensore avversario palla al piede.

Farnoosh Sheikhi è tendenzialmente l’ago della bilancia della vita di Kaveh, la sua شریک زندگی (compagna di vita in persiano, lo è diventata effettivamente il 23 maggio 2017), la persona che lo ha aiutato a combattere la diffidenza della sua professione, aiutandolo a migrare verso porti migliori (non senza difficoltà): che lo sport sia l’opera principale della vita dei Rezaei lo si nota anche nei 181 centimetri della moglie, membro della nazionale femminile di pallavolo iraniana, ma soprattutto prima pallavolista iraniana a sbarcare nei confini europei; dai problemi purtroppo con il proprio paese la famiglia Rezaei non può scappare, problemi che limitano sicuramente molto di più Kaveh che (molto probabilmente) dovrà rinunciare alla convocazione con la propria nazionale a causa del suo trasferimento (è dal giugno 2015, ovvero da quando si parlava di un suo trasferimento in Europa, che il giocatore è stato invisibile alle convocazioni con la propria selezione).

Dulcis in fundo, arriviamo a ciò che è successo in estate: il direttore dello Charleroi, Mehdi Bayat (anch’esso iraniano), affascinato dalle qualità prima umane che sportive, cerca di convincere Rezaei a sposare la causa Charleroi: ad affiancarlo in questa opera di convincimento c’è il portiere/capitano Nicolas Penneteau, ma soprattutto l’idea di arrivare alla fase finale dei campionati mondiali in Russia con la formazione iraniana composta quasi totalmente da compagni con cui ha condiviso tutte le selezioni giovanili; l’Europa diventa lo strumento per farsi ammirare in maniera maggiore, affermando il rinnovato status calcistico iraniano, che sta producendo ottime individualità comprese in una nazionale mai così vicino al sogno mondiale. A spingerlo verso il Belgio è anche la compagna Farnoosh, che avrebbe la possibilità di indossare la canotta dello Charleroi, diventando cosi bandiera di una esportazione di talenti in grado di pubblicizzare la pallavolo iraniana (già eroicizzata dal quarto posto maschile nella competizione mondiale tenutasi in Polonia).

La fortuna di Kaveh, implicitamente non potrebbe che essere l’incontro con Felice Mazzu: l’allenatore d’origini italiane ha creduto fortemente nelle qualità fisiche e tecniche dell’iraniano, che a 25 anni poteva dirsi pronto per un campionato europeo; il punto d’incontro tra i due sarà stato sicuramente il sacrificio tattico a cui Rezaei si è sottoposto e si sta sottoponendo durante questa stagione allo Charleroi, soprattutto osservando le statistiche che lo vedono nei primi 3 per km percorsi ad ogni partita. A questa spinta si è aggiunta una ritrovata adesione all’ultimo passaggio, quando l’iraniano non ha lo specchio della porta libero: non sono assolutamente pochi i 5 assist prodotti da Rezaei, a cui si aggiungono i 10 goal che lo portano in cima alla classifica capocannonieri; davanti a lui nella speciale classifica di goal di squadra prodotti, solamente il mago Ruud Voormer del Club Bruges, anch’esso autore di una stagione stupefacente, gli è davanti con 21 goal, figli di 6 realizzazioni e 15 assist.

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