La Juventus di Thiago Motta centra a Monza un successo storico. La vittoria rappresenta una pietra miliare bianconera e, al netto dei numeri da record, un mattone fondamentale per restare aggrappati alla corsa di vertice o perlomeno al treno per l’Europa che conta.
Vittoria numero 1700 in serie A, che pone i bianconeri fra le squadre più vincenti dei top campionati europei, insieme a Real Madrid, Barcellona e Arsenal. È solo una delle poche note positive lasciate in eredità dalla serata brianzola. Temperatura glaciale e più di qualche brivido per la Juventus che ha lasciato i fuochi d’artificio in soffitta sperando di festeggiare capodanno contro la Fiorentina, limitandosi a qualche scintilla che ha rischiato di generare il cortocircuito. I bianconeri hanno sfiorato l’ennesimo pareggio soffrendo sino al fischio finale contro l’ultima in classifica. Luci ed ombre, dunque, con l’abbagliante dei tre punti che permette a Thiago Motta di non doversi giocare il doppio buio contro la Fiorentina. A proposito di viola, l’allenatore della Juventus si gode Nico Gonzales, finalmente tornato abile, arruolabile e decisivo. Continuano invece a latitare i palloni giocabili per Vlahovic e le idee di Koopmeiners. L’ex atalantino continua a faticare, esattamente come tutta la squadra. A peggiorare la situazione, l’uscita per un fastidio muscolare da valutare. L’entità sembra lieve, direttamente proporzionale all’incidenza di un calciatore pagato 60 milioni.
Thiago Motta ha dunque salvato con un pizzico di buona sorte e di guai che si è un po’ anche andato a cercare, il Natale, ma arriva Capodanno che porta in dote, prima dello champagne, la Fiorentina. Non esattamente l’avversario più comodo da affrontare, specialmente se la Juventus continuerà a giocare un calcio asfittico. Il primo pallone a Vlahovic, che se si arrabbia così spesso un motivo ce l’avrà, arriva al 75’ di gioco di una partita contro il fanalino di coda della Serie A. Ennesima conferma di una squadra che soffre a costruire trame e a trovare spazi contro avversari restii a giocarsela a viso aperto. A complicarla, anche Thiago Motta, che sarà anche moderno ma a volte gioca a dadi con il destino, con scelte temerarie al limite dell’intemerata: ha schierato McKennie per evitare cattive sorprese, salvo poi, tornare sui suoi passi per conservare il vantaggio preferendo, a muscoli e centimetri, l’idea di portare la sfida in fondo con il pallone e il cronometro: un rischio enorme che quasi costa due punti. Qualora il Monza avesse pareggiato, Thiago Motta avrebbe assunto, agli occhi dei tifosi, le sembianze del Grinch.
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