Tre gol e tre punti. La Juventus esordisce in campionato esattamente come sperato. Non era oggettivamente in discussione la vittoria con il Como, ma c’era legittima curiosità intorno al nuovo corso legato a Thiago Motta dopo una estate che definire movimentata è dire poco. I primi 90’ lasciano in eredità risposte confortanti e in calce, impronta e Dna di Thiago Motta. Mbangula in gol e molto altro: quanto basta per fugare, dopo i primi 90’ dubbi e perplessità sul nuovo allenatore bianconero.
Mbangula e meritocrazia: la firma di Thiago Motta
Tanta Juventus, in questa partita. Al netto del tabellino conta soprattutto l’interpretazione dello spartito. E in questo senso è già evidente il marchio di Thiago Motta che fa della sua coerenza una ragione. Aveva parlato di meritocrazia: e ha mandato in campo Samuel Mbangula, prelevato direttamente dalla Juventus Next Gen e messo in campo nell’undici titolare al posto del colpo di mercato Douglas Luiz. Scelta forte, coraggiosa, controcorrente. Alla Thiago Motta appunto, che lancia senza paura il ragazzo capace di collezionare, nella stessa serata, esordio e primo gol e assist in Serie A. Stupore, sino a un certo punto, anche perché quanto lasciato intravedere durante la sfida con i lombardi è più di un segnale. Gli sono stati sufficienti 20’ per inventarsi, di sana pianta, il gol del vantaggio ricevendo palla, accentrandosi da sinistra verso il centro, sfruttare il movimento di Yildiz e Vlahovic per aprirsi il campo e mirare il palo più lontano, lì dove Reina non può arrivare.
La Juventus next gen: giovani e talento
Al netto della favola di Mbangula, se il buongiorno si vede dal mattino, i tifosi della Juventus possono sorridere. L’orizzonte schiude prospettive assai interessanti per una squadra che nonostante il cambio di allenatore e la rivoluzione di uomini e mentalità è apparsa assolutamente trasformata rispetto alla scorsa stagione anche e soprattutto nella consapevolezza. Il primo gol, arrivato rappresenta il manifesto di Thiago Motta. Il sorriso dell’allenatore al fischio finale non è solo figlio della certezza di averci visto giusto, ma anche di aver dimostrato quanto premesso e promesso prima della sfida. La Juve c’è e il nuovo corso è già iniziato, a marce alte. Sono stati sufficienti poco più di 30 giorni per assimilare il calcio e le convinzioni di Thiago Motta. Basti osservare Yildiz, Locatelli e Cambiaso, rivializzati dalla cura del neo tecnico. È tutta la squadra, tuttavia, ad avere una consapevolezza diversa: la Juventus sa già, dopo poche settimane, quello che vuole essere: protagonista.