La Juventus inizia il nuovo corso. Primo allenamento di Igor Tudor e nessun rimpianto per Thiago Motta. Solo due calciatori hanno salutato l’ex allenatore bianconero. Ennesimo indizio di un rapporto logoro. Resta da capire quali saranno le novità e come giocherà la Juventus 2.0 di questa stagione, soprattutto con quali interpreti.
Igor Tudor parte dalla difesa a tre, quattro centrocampisti, due elementi di fantasia dietro l’unica punta. Formula sperimentata con risultati anche abbastanza soddisfacenti nelle sue recenti esperienze a Roma con la Lazio e con l’Hellas Verona. Il calcio del nuovo allenatore si discosta abbastanza nettamente da quello di Thiago Motta. La nuova Juventus, con ogni probabilità, sarà una squadra molto più compatta e aggressiva, con anche sette o otto uomini impegnati nella fase difensiva intesa anche come pressing sul portatore di palla avversario. Meno possesso, più verticalità e ricerca della profondità sfruttando il centravanti di peso da servire sulla corsa nello spazio o sulla figura con l’accompagnamento di quattro o cinque elementi per riempire l’area di rigore, offrire più soluzioni possibile al portatore e restare sempre in parità numerica in ogni zona del campo.
Cambia modulo, dunque anche gli interpreti: Gatti è intoccabile al centro della difesa, Kalulu ha la seconda maglia, la terza se la giocano Kelly e Veiga. Grande abbondanza sugli esterni, chiamati a un lavoro a tutta fascia. In questa ottica Cambiaso, uno dei migliori a interpretare le due fasi, ha la precedenza a sinistra. Sulla destra ci sarebbero Weah, Conceiçao e Nico Gonzales, che hanno caratteristiche totalmente diverse. L’americano sembra in leggero vantaggio sulla concorrenza ma dovrà sgomitare per trovare un posto da titolare. In mezzo al campo è praticamente certo del posto Thuram, centrocampista box to box che piace moltissimo a Tudor. Locatelli sarà invece chiamato a mettere ordine con le sue geometrie e dettare gioco. Possibile, se la scelta sarà invece muscolare l’inserimento di McKennie che dovrà dimostrare di meritarsi il posto.
E poi ci sono i due trequartisti. La sensazione è che sia l’ultima occasione per Koopmeiners, fiore all’occhiello del mercato estivo rivelatosi, sinora, un oggetto misterioso e di difficile collocazione tattica. Motta ha faticato a ritagliargli una posizione in campo complice una squadra senza una identità riconoscibile. L’olandese può sfruttare le idee di calcio di Tudor, che vuole corsa, gamba e qualità dal centrocampista creativo. Se non ci riesce, difficile abbia ulteriori possibilità. Yildiz, il calciatore con maggiore qualità e inventiva, graviterà fra le linee partendo defilato, come Zaccagni alla Lazio. Per il ruolo di centravanti invece, è favorito Vlahovic, che ha le caratteristiche tecniche e fisiche che piacciono a Tudor, allenatore amante del centravanti in grado di spostare equilibri e… difensori.
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