Juventus, il dado è tratto: occorre fare i conti con Vlahovic

La Juventus vince a Como e si riporta in zona Champions ma deve fare i conti, nel senso più pieno del termine, con Dusan Vlahovic. Non è più neanche un caso. È ufficialmente una riserva. I 90’ in riva al Lago non lasciano spazio alle interpretazioni. Thiago Motta gli ha preferito ancora una volta Kolo Muani, scelta peraltro ripagata dalla doppietta del francese.

Vlahovic, è finita: segnali chiarissimi dalla panchina

Al netto del risultato, i segnali mandati da Thiago Motta sono stati inequivocabili. Anche quando, intorno all’ora di gioco, il tecnico ha ridisegnato la Juventus  sul punteggio ancorato in parità, le scelte sono state operate principalmente in mezzo al campo. Fuori Locatelli e Koopmeiners, fuori Yildiz e dentro Bangula, quindi Francisco Conceiçao. Nessun accenno all’attaccante serbo, rimasto in panchina ad aspettare invano il proprio turno. Scelta legittima, quella dell’allenatore, pagato per scegliere e prendersi anche le proprie responsabilità ma la sensazione è che Vlahovic e il club vivano ormai da separati in casa. Il rinnovo è impossibile, proseguire con il rischio di perderlo a zero, inaccettabile. Dunque, non vi sono alternative a un matrimonio da portare avanti a denti stretti, sino a giugno, quando sarà ceduto.

La gestione dell’addio: occhio alla svalutazione

Vlahovic lascerà la Juve e non c’è discussione. Il problema, a questo punto, è rappresentato dalla gestione dei prossimi mesi, perché alla ragione tecnica va unita anche quella della sostenibilità economica. Vero che il serbo non è stato all’altezza delle aspettative, ma è altrettanto innegabile il rischio di bruciare una consistente percentuale dell’investimento e del prossimo mercato. Non è impensabile che buona parte della liquidità bianconera, compresa quella per l’eventuale acquisto di Kolo Muani, dipenda dalla cifra lasciata in eredità dall’addio di Vlahovic. La legge del mercato non fa sconti: più sarà logoro il rapporto fra la Juventus e il suo attaccante, minore sarà il ricavo proveniente dalla sua cessione. Ecco perché la gestione del serbo rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol. A scadenza nel 2026, dunque già deprezzato, rischia di essere svenduto dopo un anno di naftalina.

Il rischio di restare senza punte

Kolo Muani, numeri alla mano, sta funzionando, ed è una delle poche buone notizie in casa Juventus, ma è ancora (e potrebbe anche esserlo il prossimo anno) a tutti gli effetti un calciatore del PSG. I suoi gol, fra l’altro, non stanno spostando più di tanto equilibri e classifica. Lo scenario che ne consegue è potenzialmente ed economicamente catastrofico: il rischio concreto di Giuntoli è di ritrovarsi a luglio 2025 fuori dalla Champions League e con il classico cerino in mano. Ovvero senza Muani, inavvicinabile perché la valutazione è schizzata a livelli altissimi proprio grazie ai suoi mesi alla Juventus. E  senza Vlahovic, nel frattempo lasciato a andare a prezzo di saldo. E con zero centravanti e pochissimi soldi da investire sul mercato serviranno argomenti molto convincenti per evitare un processo.

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