Il giovane centrale spagnolo ha espresso delusione per il suo trattamento alla Juve, dove ha dovuto allenarsi da solo. Ora, in Premier League, sta brillando
La Juventus, uno dei club più prestigiosi e vincenti d’Italia, sta affrontando sfide significative nel suo reparto difensivo durante la stagione attuale. Tra le scelte discutibili dei dirigenti bianconeri, spicca la cessione di Dean Huijsen, un giovane talento spagnolo che, dopo essere stato ceduto al Bournemouth per 15 milioni di euro, ha dimostrato il suo potenziale nella Premier League, attirando l’attenzione di club di primissimo livello in Europa. In un’intervista a Marca, il 19enne ha espresso le sue frustrazioni riguardo al trattamento ricevuto prima di lasciare Torino.
Huijsen ha iniziato il suo viaggio calcistico nella Juventus, unendosi al club all’età di 16 anni, quando è stato aggregato all’Under 17. Durante il suo periodo in bianconero, il giovane difensore ha mostrato segni di grande crescita. Tuttavia, la scorsa estate, al suo ritorno da un prestito di sei mesi alla Roma, ha scoperto che le promesse fatte dalla società non sarebbero state mantenute. “Ero tornato dal prestito e mi aspettavo di avere la possibilità di dimostrare il mio valore nella prima squadra“, ha dichiarato Huijsen. “Invece, il primo giorno di allenamento dopo le vacanze estive, mi hanno comunicato che sarei dovuto andare via“.
Queste parole rivelano un aspetto spesso trascurato del mondo del calcio: la gestione dei giovani talenti. Huijsen, sentendosi escluso ed emarginato, ha subito un duro colpo emotivo. “Mi hanno fatto allenare da solo, è stato brutto“, ha continuato, esprimendo il dispiacere per non essere stato considerato un elemento utile per la squadra. La Juventus, che cercava di sfoltire la rosa e fare cassa, ha scelto di puntare su altri giocatori, lasciando Huijsen in un limbo che ha portato alla sua inevitabile partenza.
La decisione di accettare l’offerta del Bournemouth non è stata semplice per lui. “La verità è che il calcio a volte è difficile. Ero un po’ triste, arrabbiato. Ma la situazione era questa. Hanno ritenuto che fossi una buona possibilità di guadagno, quindi ho accettato“. Questa scelta, a posteriori, si è rivelata azzeccata. Nel campionato inglese, Huijsen ha saputo adattarsi rapidamente al nuovo contesto, dimostrando di saper coniugare la fisicità richiesta dalla Premier League con la lucidità mentale necessaria per un difensore.
Le sue prestazioni non sono passate inosservate: Huijsen ha trovato continuità in campo e ha contribuito anche in fase offensiva, segnando gol e offrendo assist ai compagni. Questo aspetto ha sorpreso molti, dato che il suo profilo è inizialmente quello di un difensore centrale. “Penso di essermi adattato bene all’Inghilterra“, ha dichiarato con soddisfazione. “Si parla molto di fisicità, ma la difesa è anche una questione mentale. È un mix di fisico e testa“.
L’esperienza di Huijsen rappresenta le sfide che i giovani calciatori devono affrontare nel loro percorso di crescita. Spesso, le decisioni delle dirigenze possono rivelarsi azzardate e influenzare in modo significativo il futuro di talenti emergenti. La Juventus, con la sua storia e tradizione, è ora chiamata a riflettere sulle conseguenze di scelte che potrebbero rivelarsi controproducenti nel lungo termine. La vicenda di Huijsen è un monito per tutte le società calcistiche: investire sui giovani e dare loro opportunità può rivelarsi la chiave per costruire un futuro solido e vincente.
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