Da golden boy a collezionare zero presenze in stagione. A quasi 30 anni Mattia Caldara potrebbe tornare utile a Pioli nella trasferta di Torino
C’era un periodo, una fase della sua vita, in cui Mattia Caldara sembrava poter diventare il futuro della Nazionale, ultimo di una serie di grandi difensori, in crescita e con un futuro radioso davanti. Era un momento di speranza, di promessa, quando i titoli dei giornali gli auspicavano un futuro glorioso: “Juve su Caldara, il golden boy del calcio italiano”, si poteva leggere in prima pagina. Era il 2017, e il giovane difensore era considerato un “predestinato”, un “talento”, un “fenomeno” destinato a brillare nel calcio italiano e internazionale.
Tuttavia, il destino ha preso una piega diversa, con una prospettiva molto meno rosea per quel ragazzo nato a Bergamo il 5 maggio 1994. Dopo aver attirato l’attenzione della Juventus, che lo ha acquistato dall’Atalanta per 15 milioni di euro, sembrava che il suo cammino verso il successo fosse tracciato. Nel 2018, dopo un’altra stagione eccellente con la Dea, dove la Juve lo aveva “parcheggiato” anche nella stagione successiva, il Milan lo ha ingaggiato per 35 milioni di euro, in uno scambio all’interno dell’operazione che riportava Leonardo Bonucci a Torino. Quel trasferimento al Milan avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti nella sua carriera, un’opportunità per consolidare il suo status di difensore di alto livello nel calcio italiano. Così, purtroppo, non è stato.
Il destino aveva altri piani per lui. Oggi, Caldara si trova a incontrare il suo ex club, la Juventus dove non ha mai disputato neanche un minuto, mentre si prepara a sfidare il Milan reduce dalla batosta nel derby. Siede sulla panchina, considerata la moria di difensori di Pioli, consapevole che potrebbe essere chiamato in campo in caso di emergenza, il secondo posto in classifica è in palio, e Caldara si tiene pronto a dare il suo contributo alla squadra un incontro con il suo passato, con la squadra che aveva puntato su di lui. Al momento ha realizzato 0 presenze in stagione, ma chissà che questa possa essere davvero una partita che gli cambi, se non la carriera, almeno il finale di stagione.
Negli ultimi tre anni, Caldara è stato mandato in prestito all’Atalanta, Venezia e Spezia, cercando disperatamente di ritrovare la sua forma migliore. Ha giocato 79 partite, segnando un gol, ma ha anche subito un altro infortunio che ha minato ulteriormente la sua fiducia e la sua capacità di tornare ai massimi livelli. Questo destino avverso è stato evidente anche nella sua esperienza al Milan. Nonostante fosse arrivato con grandi aspettative e un alto costo del cartellino, non è riuscito a consolidarsi come titolare nella squadra. Il suo contratto in scadenza e lo stipendio elevato hanno reso difficile per lui trovare una nuova squadra disposta a ingaggiarlo.
E così, Caldara si trova ora a Milanello, a lottare per un posto in squadra e per dimostrare il suo valore al mondo del calcio. Ha giocato solo due partite ufficiali con il Milan, entrambe segnate da un destino avverso. La prima è stata in Europa League, contro il Dudelange, mentre la seconda è stata in Coppa Italia, prima che un infortunio al crociato lo mettesse fuori gioco per il resto della stagione. Ora, a 30 anni, Caldara si trova a una svolta cruciale della sua carriera. Deve dimostrare di essere ancora in grado di competere a certi livelli, e la partita contro la Juventus potrebbe essere la sua occasione per riscattarsi, per dimostrare che è ancora in grado di essere il difensore di alto livello che tutti si aspettavano che diventasse.
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