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José Sá: il posto rubato a Casillas, la rivalità con Ederson e le rivincite al Porto

Nelle cinque stagioni passate dall’ultimo campionato vinto mai come quest’anno il Porto ha creduto di poter tornare a vincere. Merito di una difesa fortissima, la meno battuta dei principali campionati europei, e soprattutto del miglior portiere del campionato portoghese. No, non Iker Casillas, ormai relegato al ruolo di portiere di coppa, ma José Sá, capace di rubare il posto a uno dei numeri uno più forti di sempre.

Eppure la sua storia calcistica sembrava promettere altro. Anche perché da bambino giocava come terzino con scarsi risultati e si mise in porta solo quando si accorse che la sua agilità era incredibile in relazione a un fisico imponente. Giocava nel Palmeiras FC, la squadra del suo paesino vicino Braga, e pensava di rimanere lì per sempre. Solo che un giorno il suo allenatore José Carlos Antunes lo convinse a trasferirsi con lui al Merelinense, squadra sicuramente più importante ma che non stuzzicava più di tanto José Sá, più predisposto a rimanere a vita a Palmeira. Un incontro tra i due in treno cambiò tutto e portò Sá nel calcio che conta.

E al Merelinense le cose andarono bene, forse anche troppo. Aveva solo 17 anni e le sue doti eccellenti tra i pali vennero notate dal Benfica che decise di portarlo nel proprio settore giovanile. Solo che la concorrenza lì era davvero alta: doveva giocarsi il posto con Bruno Varela, oggi titolare in prima squadra, ma soprattutto con Ederson, l’attuale portiere del Manchester City. E per lui non c’era davvero posto.

José Sá durante una conferenza stampa | EPA/RUI MANUEL FARINHA – Footbola.it

Meglio cambiare aria e andare lontano. E José Sá andò davvero molto lontano: scelse il Marítimo, la squadra di Funchal nell’isola di Madeira, luogo di nascita di Cristiano Ronaldo. Un posto tranquillo dove potersi mettere in mostra: lì trovò l’occasione di riscattarsi e di conquistare la maglia da titolare per l’Europeo Under 21 del 2015, perso in finale con la Svezia ai calci di rigore ma che lo vide grande protagonista.

Poi di nuovo un’occasione con una grande, il Porto. Il passaggio intermedio con la squadra B per crescere ancora e guadagnarsi una convocazione con la nazionale maggiore del Portogallo per la Confederations Cup 2017 prima di fare il grande salto in prima squadra.

E ora le cose vanno alla grande per lui: è diventato titolare in campionato, ha messo in panchina Iker Casillas e i tifosi si sono innamorati della sua lunga barba, il tratto che lo rende maggiormente riconoscibile. Ha già giocato contro il Benfica del suo ex rivale Varela, è finita in pareggio ma il Porto è rimasto primo in classifica e lui è ancora il portiere meno battuto d’Europa. Soddisfazioni e grandi traguardi per un portiere umile e dedito al lavoro che dopo esser stato mandato via dal Benfica ora può persino sognare di giocare da titolare al Mondiale.

Simone Gamberini

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