Il confronto con Courtois e la corsa al 5° Trofeo Zamora consecutivo, che significherebbe record: Jan Oblak nella storia ci è già entrato, a prescindere da come finirà la stagione, dopo lo 0-5 dell’Atlético a Pamplona.
Il sentore, a dire il vero, lo si aveva già durante il corso di questa stagione: compiere l’ennesima prodezza per il portiere sloveno è stata solo una formalità. Le gare in Liga con i colchoneros sono 182, i clean sheets 100: il 55% delle volte, Jan ha mantenuto la propria porta inviolata. La fase difensiva di Simeone lo ha sicuramente aiutato in queste cinque stagioni in Spagna, ma la tenuta fisica, la reattività e l’innato talento lo hanno consacrato come uno dei migliori portieri al mondo. Tanti i miracoli per l’Atleti in Liga, quanto in Europa. I suoi guantoni sono arrivati ovunque: dalla finale di Champions a San Siro del 2016 (amara per i colchoneros) a quell’Europa League di due stagioni fa, vinta contro il Marsiglia. Nemmeno l’atto conclusivo dei due trofei più importanti del panorama europeo hanno scalfito il gigante di Skofja Loka: a Milano, Zidane conquistò la prima delle tre Champions sulla panchina dei blancos solo ai rigori, dopo lo 0-0 finale; a Lione, il Cholo si impose per 0-3. I successi, si sa, si costruiscono partendo dalla difesa.
Le 12 reti inviolate di questa stagione lo hanno proiettato come primo in una particolare classifica: Jan Oblak è il portiere ad aver impiegato meno partite per raggiungere i 100 clean sheets. Scavalcati, così, due mestieranti non da poco, come Pepe Reina e Victor Valdes. L’ex Liverpool e Napoli, fra le altre, impiegò 222 partite per raggiungere l’obiettivo dei 100; poco meglio dell’ex Barcellona, che li raggiunse alla 227esima presenza in Liga. Portieri che di esperienze e storie ne hanno vissute, e vengono ricordati tra i grandi del campionato spagnolo: Jan ha riscritto una pagina di storia indelebile e, a 27 anni, è pronto per scriverne altre.