Jackson James Rice, chi era il campione di kitesurf 18enne morto a poche settimane dalle Olimpiadi

La notizia è stata data dal padre, Darren. Ha raccontato che suo figlio sarebbe morto dopo un sospetto blackout in acque profonde

A poche settimane dall’inizio dei Giochi Olimpici a Parigi, che prenderanno il via il 26 luglio, una tragica notizia sconvolge il mondo dello sport. In particolare, il mondo del kitesurfing. Jackson James Rice è morto ad appena 18 anni in seguito a un incidente subacqueo. Una tragedia, avvenuta il 15 giugno, che ha scosso anche il mondo olimpico perché il giovane avrebbe dovuto rappresentare Tonga proprio all’Olimpiade di Parigi. Invece, a poche settimane dal via, Rice ha perso la vita nel suo elemento, in mare. Come detto, questo drammatico incidente è avvenuto il 15 giugno, ma la notizia si è appresa soltanto all’inizio di questa settimana, dopo la ricostruzione del padre, Darren, al portale Matangi Tonga.

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Kitesurfing | pixabay @charles135a

L’uomo ha raccontato che suo figlio stava facendo apnea sull’isola Ha’apai, a Tonga, quando è morto a causa di un malore dopo un sospetto blackout in acque poco profonde. Le ricerche sono state immediate e alla fine il suo corpo è stato ritrovato da altri sub sotto la barca. Inutili i tentativi di rianimarlo.

Il ricordo

La scomparsa di Rice, atleta di belle speranze, che stava cercando di costruirsi un futuro radioso, ha gettato nello sconforto la famiglia e i suoi amici più cari. “Ho avuto la fortuna di avere il fratello più straordinario del mondo e mi addolora dire che è morto. Era un atleta straordinario e all’Olimpiade avrebbe avuto una medaglia scintillante”, ha scritto sua sorella Lily in un post su Facebook. Così come ha fatto un amico di Rice, che ha voluto dedicargli un bellissimo pensiero: “Sei l’amico più bello che si possa desiderare. Non riesco a esprimere a parole quello che sento in questo momento. Ancora non ci posso credere, quando mi sono svegliato con questa notizia pensavo che fosse uno scherzo”, ha scritto sui social.

Chi era Jackson James Rice

Nato negli Stati Uniti da genitori britannici (Darren il padre; Nina la madre), Rice era cresciuto ad Ha’apai (qui i suoi genitori gestiscono un albergo turistico) e aveva rappresentato Tonga per diversi anni nel kite foiling, tanto da guadagnarsi, lo scorso dicembre, il pass olimpico dopo essere arrivato ottavo all’evento Sail Sydney. In famiglia e fra gli amici era conosciuto come JJ. Il ragazzo era felice di partire per i Giochi Olimpici e rappresentare Tonga, di cui ormai si sentiva cittadino. Stando a quanto riportato dalla National Library of Medicine, un blackout in acque poco profonde consiste nella perdita di coscienza dovuta a ipossia cerebrale. La condizione è spesso causata dall’iperventilazione che si ha prima di un’immersione, che abbassa il livello di anidride carbonica (CO2) e ritarda il bisogno di respirare del subacqueo.

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Kitesurfing | pixabay @fietzfotos

Dunque, Jackson James Rice avrebbe perso i sensi mentre si trovava nelle profondità dell’Oceano. Il suo staff, non vedendolo riemergere dopo molti minuti, ha iniziato a preoccuparsi, un sommozzatore si è gettato per andarlo a recuperare. Come già accennato, purtroppo, all’arrivo dei soccorritori, era già deceduto e non è stato possibile fare nulla per salvargli la vita.

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