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Tris italia: la Celeste s’incaglia a Nizza e subisce la marea azzurra

Si riparte così, da un ricordo triste. Poco importa se la sfida dell’Allianz Riviera sia stata formalmente un’amichevole, poco importa se l’Uruguay fosse imbottito di seconde scelte, poco importa perfino la possiblità di approdare in decima posizione nel ranking. Quello che maggiormente contava contro la Celeste, per l’Italia, era vendicare l’onta subita il 24 giugno 2014 a Natal: ricorderete certamente lo sfascio che ci costò il Mondiale. Storicamente, poi, questi sudamericani tutto pepe e grinta hanno sempre vestito la parte di rivali assai agguerriti per gli azzurri (sole 2 affermazioni italiane in 10 confronti).

Partenza a mille – Ventura ha arringato i suoi essenzialmente per la questione ranking: dietro all’indubbio fascino di una partita storica, ma con gli occhi già puntati al match contro il Liechtenstein, la volontà di entrare nella top-10 era tanta. L’altro lato della medaglia ci ha offerto un Uruguay tristemente in crisi (3 ko negli ultimi 3 incontri di qualificazione a Russia 2018), assimilabile all’espressione sconfortata di Óscar Washington Tabárez seduto sulla sua panchina ma con le stampelle, baluardo nella lotta contro la sindrome di Guillain-Barrè. Fa quasi tenerezza il suo undici, che vorrebbe spaccare il mondo ma non gli riesce altro che un harakiri: l’Italia nello stretto è imprendibile, il 4-2-4 sembra un abito perfettamente cucito dal migliore degli atelier appositamente per gli interpreti in campo. E così Insigne si danna sulla sinistra, Candreva corre come un forsennato, Belotti e Immobile scambiano spesso e volentieri posizione, indemoniati. La garra charrúa di cui dovrebbero esser maestri gli uruguagi, gliela insegniamo noi: l’intervento che costa il giallo a Marchisio (4′) ne é la prova. L’onda azzurra non si placa e con l’aiuto della buona sorte arriva al vantaggio: su un lancio in profondità Belotti aggancia il pallone, si avventa però José Maria Giménez in modo irruento e con l’esterno trafigge il compagno Muslera. Quasi nemmeno il difensore dell’Atlético ci crede: il più goffo degli autogol era appena stato confezionato. Per dire, se avesse mai combinato roba del genere a Madrid il Cholo se lo sarebbe sbranato.

One man show – L’Italia spinge sull’acceleratore, l’Uruguay combina poco e Ventura non vuol saperne di arretrare il baricentro. Belotti prova la conclusione ravvicinata, Maxi Pereira ci regala un brivido ma è solo una nuvola passeggera che volerà via rapidamente. L’Uruguay farà poco altro. Ancora Insigne scalda i pugni a Muslera col suo solito destro rovente, ancora Belotti ci prova ma strozza troppo il tiro. In compenso la Celeste si schiera con un 4-5-1 criptico e fine a sé stesso. Sarà una mossa pessima. Al 19′ la nota forse più stonata: Marchisio accusa problemi, Ventura getta nella mischia Montolivo (al rientro in nazionale). Ci si distende, si lavora molto di fino, si usa il fioretto quando invece servirebbe la spada. Il morale della favola è che non succede niente di importante. L’ultima emozione prima dell’intervallo la regala la Var: al minuto 40 Immobile cade in area di rigore chiedendo la massima punizione, negata da Turpin che poi ammonisce l’ex Siviglia per proteste. In realtà le immagini paiono confermare come Vecino tocchi il pallone ma Coates frani sull’azzurro. E tutto tace. La Var è anche questo: nel dubbio, la decisione finale spetta all’arbitro.

Amichevole – Se il primo tempo ci ha offerto una partita giocata a sprazzi, a folate, a sporadiche occasioni, il secondo ha invece seguito una linea ben più omogenea. Fluido, costante, tranquillo. All’intervallo Eder rileva Belotti mentre Stuani prende il posto di Sanchez: l’ex Reggina non inciderà. Il risultato rimane invariato, grosse occasioni non ce ne sono e allora a prendersi la scena sono i cambi: Bernardeschi per Candreva, El Shaarawy per Insigne, Silva per Rolan. Nel frattempo Martin Cáceres si era visto annullare un gol per una spinta ai danni di Montolivo (60′). Eder fa le prove generali per il raddoppio e mette a lato di testa, poi El Shaarawy chiama Muslera alla deviazione in corner, infine l’italo-brasiliano chiude il cerchio. Il minuto è l’83’: Gabbiadini riceve sulla destra, si allarga e imbecca la punta dell’Inter in modo troppo invitante per mancare all’appuntamento col gol. Tutto tranquillo fino al 91′, quando il rigore per l’Italia c’è e stranamente viene concesso. La partita peggiore di Giménez coincide col momento in cui il numero 2 abbatte El Shaarawy in area: dal dischetto trasforma De Rossi. La sfida con la Spagna ora fa meno paura, proprio le parole di De Rossi nella conferenza prepartita suonano magicamente profetiche. “Ho un ricordo negativo, una giornata negativa in un clima inspiegabile per chi non c’era. Questa partita serve per il ranking quindi siamo davanti a un altro obbligo, quello di fare punti“. Missione compiuta, Daniele!

Il tabellino:

Italia (4-2-4): Donnarumma; Darmian, Barzagli (dal 79′ Chiellini), Bonucci, Spinazzola; De Rossi, Marchisio; Candreva (dal 58′ Bernaredschi), Belotti (dal 46′ Eder), Immobile(dall’82’ Gabbiadini), Insigne (dal 65′ El Shaarawy). All. Ventura

Uruguay (4-3-3): Muslera; M.Pereira (dall’81’ Corujo), Giménez, Coares, Cáceres; Nandez, Vecino, Gonzalez; C.Sanchez (dal 46′ Stuani), Rolan (dal 73′ Silva), Urretaviscaya. All. Tabárez

Reti: aut. Giménez 6′, Eder 83′, De Rossi rig. 92′. Arbitro: Clement Turpin (Fra)

Matteo Albanese

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