Giampiero Ventura sarà il nuovo ct azzurro. Un’ufficialità, quella arrivata nella giornata di ieri, che ha fugato ogni possibile dubbio riguardo a qualsiasi possibile colpo di teatro della FIGC. Nessuna sorpresa, confermate le indiscrezioni che ormai da almeno un paio di settimane volevano l’ex tecnico del Torino come successore di Antonio Conte.
Non un profilo di allenatore vincente e guidatore di top club in passato, ma di amante del bel gioco e del calcio offensivo, fatto di aggressività e corsa. Un calcio che, sotto molti aspetti, può essere accostato all’idea di gioco dello stesso Conte, anche a livello di evoluzione dei rispettivi sistemi di gioco. Entrambi in passato amanti dello spumeggiante 4-2-4, negli ultimi anni hanno preferito optare per un forse meno romantico 5-3-2 (o 3-5-2 che dir si voglia). Il fatto che entrambi abbiano intrapreso questo tipo di strada, seppur in periodi diversi della propria carriera, potrebbe essere analizzabile in modo più approfondito e notevole rispetto a quanto non faremo in questo articolo.
– I DUBBI A nostro modesto avviso, per il ruolo di ct una federazione dovrebbe provare a mettere sotto contratto un allenatore in grado di poter vantare un curriculum particolarmente importante, che lo possa aiutare a vincere in modo più agevole. La scelta di Tavecchio non è però mai stata orientata verso questa direzione, probabilmente perché non attratto in modo particolare da tutta una serie di altre possibilità che almeno sulla carta potevano essere più prestigiose. Da Montella alle possibili piste Spalletti e Mancini, le soluzioni in questa direzione avrebbero potuto essere parecchie, ammesso che le persone in questione fossero disposte a liberarsi dagli impegni che li legavano ai rispettivi club di appartenenza.
Inoltre già a marzo lo stesso Tavecchio aveva dichiarato che una delle conditio sine qua non per potersi sedere sulla panchina della Nazionale sarebbe stata quella di percepire meno soldi rispetto al predecessore (va specificato che Conte percepiva solo 1,7 milioni d’euro l’anno dalla FIGC, visto che il resto erano provenienti dallo sponsor tecnico Puma.
Un altro dubbio potrebbe rigurdare proprio il suo modo di allenare: il fatto di amare un certo tipo di calcio rischia di rendere difficilmente attuabile i suoi programmi, avendo poco tempo per lavorare e inculcare nei calciatori i propri concetti, specie dovendo nel contempo ottenere risultati di non semplicissimo raggiungimento.
– LE REAZIONI La scelta federale ha trovato consenso a diversi livelli, vista la buona reputazione di cui gode Ventura nell’ambiente del calcio italiano, sia tra i tifosi che tra gli addetti ai lavori. Intriga, probabilmente, la possibilità di vedere una Nazionale spumeggiante ed in grado di provare a inserire nel proprio tessuto alcuni dei diversi giovani interessanti, che potrebbero dare una mano all’avviamento del nuovo corso azzurro, che partirà in modo ufficiale dal prossimo 18 luglio. In quella data l’ex allenatore, tra le altre, di Bari e Torino verrà prestato ufficialmente alla stampa.
Bella storia la sua. Modestissimo calciatore (arrivò da giovane in prima squadra alla Samp, senza mai debuttare), è giunto alla panchina della Nazionale a 68 anni
Una nuova sfida per il tecnico genovese, sicuramente difficile e prestigiosa allo stesso tempo. Le difficoltà saranno presenti da subito, a partire dalla qualificazione da centrare per il Mondiale di Russia 2018, in un girone che vedrà gli azzurri opposti a Spagna, Albania, Macedonia, Israele e Liechtenstein.
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