Lo aveva detto Luis Enrique: “prima o poi l’Italia perderà”. Il commissario tecnico della Spagna ci ha visto lungo con la Roja a dominare, soprattutto nel primo tempo, i campioni d’Europa. Partita molto simile a quella di tre mesi fa con Oyarzabal e compagni a tenere il pallino del gioco con il solito possesso palla, caratteristica di questa nazionale. La differenza, rispetto al match di Wembley, è stata la prestazione azzurra: approccio sbagliato, poca cattiveria e tanti errori nelle due parti del campo. Quando affronti in questa maniera la Spagna non può che finire con una sconfitta; l’Italia torna a perdere in casa dopo trentasette risultati utili consecutivi. San Siro avrebbe meritato un risultato diverso ma, se proprio si doveva sbagliare una gara, questa era la serata ideale.
Non solo i due gol, in cui la difesa si è fatta trovare impreparata di fronte ai due cross di Oyarzabal; questa sera, nell’Italia, non ha funzionato praticamente nulla. Il reparto ad aver deluso di più è stato il centrocampo: il terzetto Barella-Jorginho-Verratti è apparso scarico fisicamente e troppo nervoso a causa dell’infinito possesso palla spagnolo. Non sono andate meglio le cose in avanti dove Bernardeschi non ha mai trovato le giuste misure e Insigne ha sbagliato un gol che poteva cambiare il corso della sfida.
La fase finale di Nations League è probabilmente l’unica occasione, prima del Mondiale, per fare determinate esperimenti contro avversari di un certo livello. Mancini questa sera ha capito che, contro nazionali di livello, non si può fare a meno di Chiellini. Il difensore della Juventus in Qatar andrà gestito per averlo al meglio della condizioni in sfide dove serve la sua esperienza e la sua personalità. Ora, nella finalina per il terzo-quarto posto (contro la perdente di Francia-Belgio), ci sarà spazio per altri elementi che avranno la possibilità di mettersi in mostra e scalare le gerarchie, Kean su tutti.
L’Italia riscopre il sapore, amaro, della sconfitta contro la nazionale che ci ha messo più in difficoltà all’ultimo europeo; un passo falso che, se assorbito bene, può essere il trampolino di lancio verso la finale del mondiale.
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