Torna la Nations League, giardino di casa della nazionale. L’Italia di Spalletti partita con le marce altissime, è in testa a punteggio pieno ma deve conservare il vantaggio accumulato. All’Olimpico arriva il Belgio per la terza giornata del girone 2 di Nations League: la squadra affidata a Tedesco è reduce dal successo a Debrecen con Israele e dal ko a Parigi con la Francia. Classifica alla mano, dunque, è un vero e proprio spareggio per i due posti che portano ai Quarti di Finale.
La sfida con il Belgio è fondamentale in primis per trovare continuità e di conseguenza ricucire il rapporto con il grande pubblico. Roma è sempre stata comprensiva e generosa con gli azzurri e anche questa volta ha risposto presente: 40mila, gli spettatori presenti sugli spalti. Non sono pochi, ma neanche tantissimi. L’operazione simpatia passa inevitabilmente anche per i risultati, ma anche la strada per il 2026 si interseca con i destini di questo torneo. È fondamentale confermarsi dopo le due vittorie contro Francia e Israele sia per puntellare la classifica sia il ranking. L’Italia ha perso una posizione ed è al decimo posto, ma conserva ancora la concreta possibilità di presentarsi da testa di serie nel sorteggio (in programma il prossimo dicembre) per i Mondiali 2026 che, come dice Spalletti, non devono essere un’ossessione ma neanche l’ennesima occasione perduta. Il successo con i belgi spianerebbe la strada verso un gruppo, almeno in teoria, comodo anche se le cicatrici lasciate dall’Europeo sono ancora lì a ricordare che questa nazionale non può sottovalutare nessun avversario.
Per centrare entrambi gli obiettivi, Spalletti si è affidato a un’operazione di rinnovamento profonda. L’età media del gruppo è scesa a 24 anni e sei mesi. Il punto di rottura con il passato è testimoniato anche dalla conferma del modulo e delle scelte. Il commissario tecnico non sacrifica nessuno, ma esprime, anche chiaramente, di preferire chi è più congeniale al 3-5-2 o al 3-4-1-1 anche a costo di scontentare qualche nome illustre, ammesso che se ne possa parlare. In ogni caso, Euro 2024 ha azzerato ogni gerarchia. In questo senso il tecnico ha deciso di recidere con il passato. Due indizi sono quasi una prova. Dunque sembrano più o meno fuori dal giro azzurro Acerbi, Mancini, Spinazzola, Locatelli, Cristante, Jorginho ed El Shaarawy. E comunque meno spazi agli esterni. Ecco perché i forfait più o meno concordati con Chiesa e Zaccagni appaiono come l’anticamera di scelte diverse. Non a caso, è in azzurro chi, nonostante non stia brillando particolarmente in campionato, è in grado di disimpegnarsi nel ruolo di sottopunta. Pellegrini e Raspadori, faticano, per motivi diversi, a Roma e Napoli, restano due intoccabili. Se le scelte saranno premianti, come sempre, lo dirà il campo.
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