Italia, spalle (quasi) al muro contro la Croazia? Entrambe hanno il destino nelle loro mani. È vero che alla nazionale di Luciano Spalletti sono sufficienti due risultati su tre per centrare la qualificazione agli ottavi di finale dell’Europeo ma è altrettanto innegabile che speculare è il modo migliore per rischiare l’osso del collo, così come la storia racconta di enormi sofferenze nelle fasi a gironi dei grandi tornei internazionali: Italia quasi costantemente in difficoltà nel chiudere anticipatamente i giochi, ma cosa è successo quando la nazionale si è dovuta giocare tutto in 90’ nei campionati europei?
L’Italia si gioca il suo primo Europeo a fase a gironi nell’edizione casalinga del 1980. Nazionale inserita con Spagna, Inghilterra e Belgio. Dopo il pari con la “Roja” e l’1-0 contro l’Inghilterra, all’Italia serve un’altra vittoria: finisce 0-0 e gli azzurri saranno costretti a giocarsi la finale di consolazione (persa 8-9 ai rigori) contro la Cecoslovacchia. Italia costretta al tutto per tutto anche nell’ultima gara nel girone nel 1996: passano le prime due del girone, Italia nel gruppo con Germania, Repubblica Ceca e Russia.
Arrigo Sacchi fa e disfa, la nazionale vince contro la Russia all’esordio e poi cade, complice le cervellotiche scelte del commissario tecnico (non appagato evidentemente nel lasciare a casa Roberto Baggio, Signori, Mancini e Vialli) di schierare Del Piero esterno di centrocampo contro la Repubblica Ceca e di tenerlo fuori con la Germania nella sfida decisiva. Serviva una vittoria, arriva ancora uno 0-0 che sancisce di fatto la fine dell’esperienza del “vate” di Fusignano sulla panchina azzurra.
Nell’edizione 2004 si sbaglia partenza. Si arriva alla sfida decisiva con la Bulgaria dopo due pareggi per 0-0 e 1-1 contro Danimarca e Svezia. Serve una vittoria ma potrebbe non bastare. L’Italia fa il suo (2-1) ma non basta: danesi e svedesi confezionano un biscotto indigesto (il 2-2 permetterebbe a entrambe di passare il turno e finisce, guarda un po’ il caso, 2-2) che condanna gli azzurri all’eliminazione.
Nel 2008 si rompe finalmente l’incantesimo: è ancora una sfida mors tua vita mea contro la Francia, dopo il ko con l’Olanda (0-3) e il pareggio (1-1) con la Romania. Pirlo e De Rossi confezionano il 2-0 che permette agli azzurri il passaggio del turno. Sofferto anche il 2012, quando la nazionale di Cesare Prandelli dopo il doppio 1-1 contro Spagna e Croazia è costretta a vincere con l’Irlanda e sperare che non si ripeta il “biscotto”. Gli azzurri vincono 2-0 e si presentano alla fase a eliminazione diretta.
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