‘Io mi dico: è stato meglio lasciarci | che non esserci mai incontrati‘
Con questi ultimi due versi Fabrizio de André concluse “Giugno ’73“, una delle sue migliore composizioni, modesto parere. Quello che uno dei più grandi cantautori italiani volle trasmettere fu il senso di abbandono che, per quanto doloroso, non è paragonabile al non aver provato una determinata esperienza, qualunque essa sia. Il tema della separazione è strettamente legato a quanto successo ieri negli Stati Uniti: Steven Gerrard e Frank Lampard lasceranno ufficialmente le loro squadre, rispettivamente Los Angeles Galaxy e New York City FC, al termine della stagione. Il vuoto che lasciano al movimento calcistico statunitense, soprattutto da un punto di vista mediatico, sarà difficilmente colmato ma, come scrisse lo stesso Faber, l’importante è che quest’unione ci sia stata, non che sia finita.
Impatto – Da un punto di vista prettamente lessicale l’impatto è un ‘Effetto, impressione prodotta da qualcosa‘ (Dizionario del Corriere della Sera), mentre sotto una chiave etimologica, impattus è un infinito perfetto passivo latino del verbo ‘impingo’ che, tra i vari significati, ha anche quello di ‘abbattersi su qualcosa’. Questa breve divagazione grammaticale ci permette di comprendere al meglio lo shock mediatico che l’arrivo di Stevie G e Frankie ha portato al calcio statunitense. La differenza tra l’approdo oltreoceano di questi due campioni e quello di altre star non è solamente legato alle loro abilità calcistiche (anzi, possiamo dire che hanno deluso le aspettative, specialmente nella loro prima stagione) ma il legame affettivo che, per forza di cose, si sono trascinati con sé. Lo status di bandiere leggendarie giustamente addebitato ai due centrocampisti ha fatto sì che l’attenzione della comunicazione sportiva si spostasse anche negli Stati Uniti d’America. È, permettetemi di scriverlo, il momento più alto della rivoluzione del ‘soccer’, paragonabile ad eventi chiave come la presa della Bastiglia nella Rivoluzione francese e la presa del Palazzo d’Inverno durante quella russa. La Major League Soccer è riuscita a porre (ed imporre) il suo stendardo nel panorama calcistico universale ed era esattamente ciò che desiderava.
Cosa lasceranno – Gerrard e Lampard hanno donato al movimento della MLS quell’ultimo input che gli concede ora di avere ulteriore popolarità a tal punto che Wayne Rooney e Zlatan Ibrahimovic potrebbero fare il processo inverso di quello dei due centrocampisti: from Europe to USA. Oltre ad aver aumentato la notorietà della lega, entrambi lasciano ai posteri quello che dovrebbe essere un dogma per chi si affaccia al mondo a stelle e strisce: in America non si va in vacanza. La MLS sta diventando un campionato sempre più competitivo e atteggiamenti come quello che ebbero all’inizio della loro avventura gli anglosassoni e Pirlo, per fare degli esempi, sono inammissibili per due ragioni:
– È stata una mancanza di rispetto nei confronti di chi, a caro prezzo, ha fatto di tutto per portare questi fuoriclasse dall’altra parte dell’oceano.
– La Major League Soccer è una lega dai ritmi frenetici, in particolar modo durante i playoff, e un campionato molto fisico l’assenza di una condizione atletica quanto meno discreta è un autogol clamoroso.
In sostanza, Steven Gerrard e Frank Lampard sono stati quanto di più utile alla causa non mi stupirebbe se, a partire dalla prossima stagione, il campionato statunitense continuasse a progredire celermente.
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