Il nostro portale è sempre stato vicino alle vicende calcistiche del Messico e di tutto il Latinoamerica. Ogi andiamo a intervistare un caro amico giornalista di questo paese, Pep Del Bosque, di Apuntes de Rabona. Questa la nostra chiacchierata su vari temi calcistici. Cominciamo!
Che opinione si ha in Messico del calcio italiano e come ti sembra il livello rispetto agli altri grandi campionati europei?
“In generale il calcio italiano è visto come un grande campionato. Non ha il seguito di Premier e Liga però ha un fascino particolare perché c’è una generazione che ha visto il Milan di Sacchi e la Juve di Lippi.
Il suo livello ha avuto un calo significativo dopo la retrocessione della Juventus. Credo che questa è stata la causa principale per cui il campionato ha perso livello, sommato al fatto che poi i grandi club hanno perso potere economico. Attualmente il calcio italiano sta tornando, prima di tutto perché la Juventus è nell’élite grazie ad una gestione sportiva esemplare; e in seconda battuta i progetti come quelli di Napoli e Roma, senza tanto potere acquisitivo, hanno formato squadre molto solide; e infine sia Milan che Inter sono disposte a invertire la rotta per tornare ai piani alti. La Serie A non è tanto distante dal superare di nuovo la Bundesliga in questa lotta per il terzo campionato europeo dopo Spagna e Inghilterra. Sarà un beneficio avere quattro posti Champions con la nuova riforma”.
Hai seguito l’avventura della Juventus in Champions, cosa è mancato per vincere la terza coppa e secondo te che tipo di giocatore deve comprare in questo mercato?
“Dire che manca qualcosa è difficile. È stata battuta dalla squadra più forte al mondo anche se c’è da dire che nel secondo tempo non ha saputo decifrare il cambio di posizione di Isco a sinistra e il pressing di Kroos su Pjanic ed è naufragata. Ha giocato un buon primo tempo ma poi è sparita”.
“Forse dovrebbe comprare un terzino destro visto che Dani Alves in quella posizione non dà la stessa sicurezza di quando è avanzato sulla linea dei centrocampisti . In alcune situazioni avrebbe bisogno di un terzino che corra per tutta la fascia. Però credo che la Juventus andrà a parare su qualche centrocampista di livello o forse una seconda punta anche se Mandzukic è stato uno dei migliori. Però necessita di un giocatore che faccia saltare gli equilibri nell’uno contro uno. Pjaca è ancora giocane però serve un profilo così. Alexis Sanchez credo che sarebbe l’ideale”.
Dei migliori allenatori d’Europa chi è che ti piace di più e perché?
“È una domanda complessa. Dipende dalla squadra. Per esempio l’Atletico Madrid ora come ora non riesco a vederlo con uno stratega differente da Simeone. Guardiola è un rivoluzionario e questo è sempre motivante perché si impara guardandolo. Mourinho mi sembra sempre che abbia una facilità enorme per costruire squadre molto solide e con grande sensibilità tattica, come per esempio la marcatura di Ander Herrera su Hazard in questa stagione. Però ci sono quattro allenatori che meritano tutti i riflettori: Sarri, Pochettino, Tuchel e Jardim. Ognuno con le sue sfumature però hanno costruito squadre molto divertenti per il pubblico con identità che seguono i loro stili”.
Lozano sta per arrivare in Europa. È già pronto per certi livelli?
“Per misurare Lozano bisogna vedere il palcoscenico. Se arrivasse in un campionato di spazi come la Bundesliga o la Eredivisie, brillerà, però se dovesse arrivare ad un campionato di tocco di palla come la Liga avrà qualche difficoltà perché deve migliorare nel gioco collettivo. È pura esplosività, traccia diagonali palla al piede o effettua strappi importanti partendo da destra . Gli farà bene misurarsi con i migliori”.
La stagione di Salcedo alla Fiorentina è stata mediocre. Credi che è arrivato troppo presto in Europa?
“Non credo che sia arrivato troppo presto, i problemi sono fiducia e contesto. Salcedo è un centrale e deve giocare di più lì, però Paulo Sousa metteva persino il colombiano Sanchez in quel ruolo invece che lui. Da terzino deve avere più qualità offensive e abilità palla al piede nell’altra metà campo. Rimane comunque un buon giocatore ma ha bisogno di rodaggio“.
Matias Almeyda ha portato due titoli in una sola stagione alle Chivas. È il migliore allenatore del campionato messicano?
“Non so se è il più forte ma è sicuramente tra i migliori. C’è sempre del merito nel vincere con una squadra che conta con elementi puramente messicani. Quando la sua squadra verticalizzava era molto bella da vedere però ha dovuto sempre affidarsi ad episodi per battere gli avversari che si chiudevano. Un altro tema importante è che giocatori puntuali come Alan Pulido, sono cresciuti grazie a lui”.
I Tigres perdono molte finali, soprattutto le più importanti. Perché?
“I Tigres perdono molto è vero ma vincono anche molto. È la rosa migliore in partenza, Se mi chiedi che cosa manca ti direi che non è la stessa squadra da quando è andato via Rafael Sobis, che da seconda punta andava a giocare in mezzo al campo e questo dava vita al sistema di gioco. Nessuno è riuscito ad integrarsi con Dueñas e Pizarro come ha fatto lui. Tutto sembra comunque far presagire che i Tigres resteranno in cima per molto tempo. Hanno i mezzi economici, i giocatori e l’allenatore per questo”.
Il Pachuca ha vinto meritatamente la Concacaf Champions League. Con che ambizioni arriva al Mondiale per Club?
“Arriva con fame perché già sa che cosa significa giocare questo torneo e le ambizioni dell’allenatore e del presidente sono importanti per consolidare il progetto. È una squadra con poco tifo, di una città piccola ma con un enorme progetto sportivo”.
Questa coppa continua ad essere vinta da squadre messicane. La differenza tecnica con i club MLS è così ampia? Oppure per le squadre americane c’è un problema importante di condizione fisica legato al giocare la fase di play off in periodo di pre-Season?
“Il momento è uno dei fattori determinanti però credo che la Liga MX sia molto sottovalutata perché per me, che seguo per lavoro anche campionati di nicchia, credo che sia migliore rispetto a tantissimi campionati europei. La MLS sta seguendo un buon camino, soprattutto per il cambio di tendenza e il lavoro che stanno facendo molti allenatori nella propria preparazione”.
Il calcio messicano cresce anche a livello di nazionale. Credi che il Tri possa giocare un ruolo importante in una Confederations Cup senza le big sudamericane e con una Germania sperimentale?
“In ordine di livello, il Messico parte dietro solo a Cile e Germania. La squadra sudamericana è spettacolare anche se non credo possa arrivare al livello raggiunto con Sampaoli. La Germanian, nonostante sia una squadra B, potrebbe essere la nazionale stellare dell’80% delle squadre nel mondo. Il Messico è sulla buona strada e sarà un bel “termometro” per misurarla. Vada come vada, il processo di Juan Carlos Osorio deve continuare. Questo è quello che manca al Messico: un progetto sportivo”.
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