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L’Internacional e l’importanza delle alternative

Dopo il pareggio di Santiago, l’Internacional di Eduardo Coudet era già chiamato alla prima partita decisiva della stagione nella sfida di ritorno del secondo turno preliminare di Copa Libertadores al Beira-Rio di Porto Alegre, e ha raggiunto l’obiettivo con un secco 2-0 all’Universidad de Chile.

I cileni, reduci da una stagione disastrosa in cui hanno rischiato la retrocessione, si erano qualificati per aver raggiunto la finale della coppa nazionale (persa contro gli acerrimi rivali concittadini del Colo Colo) e nella doppia sfida si sono dimostrati nettamente inferiori agli avversari, con un atteggiamento remissivo e poche risorse per rendersi pericolosi in avanti: tra andata e ritorno hanno calciato in porta una sola volta.

L’Internacional da parte sua non ha complessivamente brillato, ma ha messo in mostra principi di gioco chiari: baricentro alto, costruzione palla a terra dal basso con il mediano Damián Musto ad attuare la salida lavolpiana, terzini alti e larghi, mezzali aggressive e pronte a inserirsi centralmente.

Se la squadra a tratti ha confermato le difficoltà della partita di andata in fase offensiva (sterilità del possesso, con D’Alessandro e Guerrero spesso troppo lontani dalla porta e poco reattivi e lucidi nel prendere alcune decisioni), il tecnico argentino può sorridere pensando all’impatto dei due marcatori dalla panchina, i nuovi acquisti Gabriel Boschilia e Marcos Guilherme.

Il primo, subentrato come mezzala dopo l’infortunio nei primi minuti di Patrick, si è calato molto bene nel ruolo e ha dimostrato un’ottima attitudine al recupero alto del pallone, come in occasione del gol del vantaggio in cui ha approfittato di una “dormita” del difensore Diego Carrasco, e più in generale l’intensità che lo ha reso il giocatore con più contrasti tentati (18) e vinti (10).

Marcos Guilherme, che ha sostituito D’Alessandro a mezz’ora dalla fine, ha invece messo in mostra la sua devastante velocità: il gol del raddoppio nasce da una spazzata di Moisés, su cui due difensori partivano in netto vantaggio sull’esterno 24enne (entrato nel ruolo di seconda punta); dalle immagini appare evidente come Luis Mago sia rimasto completamente sorpreso dalla straordinaria accelerazione dell’avversario, che prima gli ruba il tempo, poi lo umilia facendolo sdraiare sulla linea di fondo e poi, con grande lucidità, riesce con calma a rientrare verso il dischetto per affrontare il portiere, mandarlo fuori tempo e depositare in rete il pallone.

Cresciuto nell’Athletico Paranaense, dove raccolse 159 presenze ufficiali (con 21 gol) tra il 2013 e il 2016, fu tra i protagonisti del Sub-20 sudamericano del 2015, miglior marcatore con 4 reti nel Brasile di Malcom e Gabigol.

A gennaio 2017 a sorpresa si trasferì in prestito in Croazia, alla Dinamo Zagabria, dove però riuscì a raccogliere soltanto una manciata di presenze. Tornato in patria, venne girato ancora in prestito, stavolta al São Paulo, tornò su buoni livelli ma, dopo 10 gol in 49 partite, decise di cercare “fortuna” in Arabia Saudita, dov’è rimasto per un anno e mezzo prima del recente trasferimento nel Rio Grande do Sul.

Destro di piede, è solito partire largo da sinistra e la sua esplosività lo rende pericoloso soprattutto in transizione: dà il meglio di sé quando può giocare in modo istintivo, mentre è meno a suo agio nelle fasi di attacco posizionale, pur disponendo di un buon tiro dalla media distanza. Il contesto in cui è subentrato nell’ultima partita, con la squadra in vantaggio contro difensori lenti e stanchi, era chiaramente ideale per lui, ma più in generale si tratta di un’alternativa importante rispetto agli altri attaccanti della rosa, che prediligono ricevere palla sui piedi con conseguente mancanza di profondità nella manovra.

Nel terzo e ultimo turno preliminare, l’Internacional affronterà i colombiani del Deportes Tolima, i quali hanno eliminato con un doppio 1-0 gli ecuadoriani del Macará. Il lavoro di Eduardo Coudet è solo all’inizio, già si vedono idee nuove e spirito d’iniziativa ma la qualificazione sarà un passaggio fondamentale per proseguire nella crescita, a maggior ragione in un contesto nazionale in cui spesso agli allenatori non viene lasciato il tempo per lavorare alla costruzione di un progetto tecnico di medio-lungo termine – l’anno scorso 17 squadre su 20 del Brasileirão hanno cambiato allenatore a stagione in corso.

Matthias Galbiati

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