Inter, Simone Inzaghi si interroga: sconfitte tutte uguali

L’Inter di Simone Inzaghi perde la possibilità di operare il sorpasso sul Napoli e più di qualche certezza in casa della Juventus. Il ko contro i bianconeri è sempre difficile da assorbire per il peso che si porta dietro il derby d’Italia ma diventa ancora più complicato da metabolizzare per il “come” è arrivata la sconfitta.

I ko di Simone Inzaghi: identici  punti di contatto

Le due sconfitte maturate in tre partite contro Juventus e Fiorentina, in aggiunta a quella nel derby, rappresentano più di un campanello d’allarme anche perché i recenti ko sono arrivati sempre allo stesso modo. La sensazione è che all’Inter sia mancata l’iniziativa e la forza di andarsi a prendere la partita anche perché Inzaghi spesso non ha il piano B e comunque dipende dal rendimento di calciatori che non hanno ricambi. La squadra non può permettersi, nella stessa partita, di sopperire alla giornata no di Lautaro, che troppe ne ha avute in questa stagione e fatica comunque in fase realizzativa molto più rispetto allo scorso anno.

Restano aperti anche i casi Calhanoglu e Mkhitaryan, anche perché chi subentra non riesce a mantenere alla stessa altezza l’asticella della qualità. Basti pensare al rendimento di Taremi (27 presenze e un gol senza rigori) sinora fallimentare, e a quello di  Zielinski che doveva offrire più di una alternativa al turco e all’armeno ma, anche a livello caratteriale, fatica a imporsi. Gli altri ricambi, per qualità e rendimento, non riescono neanche ad avvicinarsi ai titolari.

Inter, una tendenza a calare e faticare

L’Inter conferma la sua tendenza a faticare negli scontri diretti.  Due vittorie, due sconfitte e tre pareggi. La squadra manca di cinismo e praticità negli ultimi sedici metri, gioca ancora un buon calcio, ma limitato. I nerazzurri giocano degli ottimi primi tempi e poi tendono a calare nella ripresa, perdendo lucidità in campo e qualità nei cambi, soffrendo sempre e comunque la maggiore freschezza atletica degli avversari.

Non è più un caso, considerando che si parla della squadra con l’età media più alta del campionato e dunque, per forza di cose, paga dazio a impegni ravvicinati. Preoccupa, in questo senso, un calendario che diventerà ancora più intasato nelle prossime settimane quando la squadra di Simone Inzaghi scenderà in campo praticamente ogni 72 ore. Il rischio di restare in corsa per tutti gli obiettivi sino a fine stagione ma di non riuscirne a centrare neanche uno perché si è accesa la spia della riserva di energie è reale.

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