Ultimo treno per gli ottavi di Champions League: il gruppo B, il più equilibrato della fase a gironi, è ancora senza vincitori né vinti alle 21:00, quando Inter e Shakhtar Donetsk aprono le danze a San Siro in contemporanea col match di Valdebebas tra Real Madrid e Borussia Moenchengladbach.
I nerazzurri non hanno altri risultati diversi dalla vittoria, con la speranza che spagnoli e tedeschi non giochino per il pareggio. Zidane aveva tranquillizzato già in settimana Conte e i suoi, che pure si era espresso sul tanto temuto “biscotto”: i blancos sarebbero scesi in campo per vincere e l’ex Chelsea aveva sottolineato come il professionismo di questi livelli non permetta nemmeno certi pensieri frivoli. E le merengues, dopo la prima frazione, hanno già rifilato un secco 2-0 ai ragazzi di Rose. Il finale reciterà lo stesso risultato.
L’Inter, senza possibilità di conoscere l’andamento della gara della Ciudad de Madrid in contemporanea dal tabellone del Meazza, che recita solo risultato e minutaggio della gara contro gli ucraini, impatta contro il muro che Castro propone anche a Milano: 5 uomini che contengono Hakimi, Young, Gagliardini, Lukaku e Lautaro. Senza dubbio è stato l’argentino il più pericoloso dei nerazzurri nel primo tempo, con una traversa e più di un grattacapo creato al bunker dello Shakhtar. Gli ucraini si applicano e ordinatamente assorbono le iniziative dei padroni di casa, che cercano la profondità fino a costringere la linea difensiva a stanziarsi all’altezza dell’area piccola: l’Inter sciupa ma non si scompone e torna negli spogliatoi forte di un dominio territoriale palese ma non finalizzato come Conte avrebbe voluto.
La ripresa è delle peggiori che i nerazzurri potessero auspicarsi: gli ucraini continuano a difendere in maniera composta e l’Inter, senza idee e sempre meno convinta, incomincia a gettare in maniera confusionaria una serie di palloni in area di rigore che però vengono sempre ben assorbiti dallo Shakhtar, e quando anche i padroni di casa arrivano ad un passo dal vantaggio è Trubin a spegnere le speranze.
L’Inter per il 3° anno consecutivo non approda alla fase ad eliminazione diretta e la sensazione, se nelle scorse due edizioni qualche attenuante poteva darla il girone, è che gli alibi quest’anno per i nerazzurri non ci siano. Gli ucraini scendono in Europa League mentre Conte e i suoi, forse vittime di se stessi, privano l’Italia dell’en plein europeo.
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