Inter e Milan si giocano l’accesso alla finale di Coppa Italia. Per noi, è il momento del riscatto: dopo la sconfitta a Bologna, il derby può essere la scintilla per un finale da leggenda
Sì, abbiamo perso a Bologna. Sì, il Napoli ci ha agganciati in vetta. E no, non mi metterò qui a fare il filosofo da bar dicendo che “meglio ora che più avanti”. È stato un passo falso, punto. Uno di quelli che una squadra grande può concedersi, ma solo a patto di saper rispondere subito.
Ed ecco perché questa sera il derby di Coppa Italia vale molto di più di un semplice accesso in finale.
L’1-1 dell’andata lascia tutto aperto. Una rete subita in un momento di rilassamento, un gol trovato con carattere. Ma ora si gioca in casa nostra. E a San Siro, anche se c’è scritto “derby”, noi sappiamo come si gioca. Sappiamo che una stagione intera può cambiare in 90 minuti. Il rischio di passare da una potenziale tripletta storica a un pugno di rimpianti esiste. E va guardato in faccia. Per poi prenderlo a calci.
Che sia chiaro: non ci sono più scuse. Quest’anno, il Milan ci ha messo in difficoltà più del dovuto. Hanno trovato motivazioni extra, ci hanno morso alle caviglie, ci hanno sorpreso nei momenti meno lucidi. Ma questa sera, serve la versione migliore dell’Inter. Non solo per andare in finale. Ma per rimettere le cose a posto.
I cugini, che ci guardano da sotto in classifica, non possono diventare il nostro incubo stagionale. Serve il riscatto. E serve farlo con stile.
Lautaro sa benissimo cosa rappresenta un gol in un derby. Barella anche. Sommer ha già visto abbastanza per sapere quando è il momento di chiudere la porta e buttare via la chiave. La semifinale non è solo una tappa. È uno snodo psicologico. Se passiamo, ci rilanciamo. Se inciampiamo, si apre la crepa. E allora basta regali, basta leggerezze, basta occasioni mancate. È tempo di chiudere i conti.
Simone Inzaghi è il tecnico perfetto per queste serate. Lo ha dimostrato con le Supercoppe, lo ha ribadito in Champions, ora deve farlo anche in Coppa Italia. Il derby non si gioca, si vince. E il derby di ritorno si prepara con i dettagli: la gestione delle energie, i cambi giusti, il piano tattico preciso.
L’Inter deve alzare il livello mentale, prima ancora che tecnico. Perché non è più il tempo dei complimenti. È il tempo dei titoli.
Vinci stasera e cambi tutto. Vinci stasera e ti scrolli di dosso le scorie di Bologna. Vinci stasera e torni a guardare al Triplete non come a una suggestione, ma come a un traguardo reale. E Inzaghi, che è pronto a rinnovare, sa bene che la storia non aspetta. O la scrivi. O la leggi sul giornale degli altri.
Oggi non si può sbagliare. Punto.
Il rischio di uscire da Coppa Italia, perdere il primato in campionato e subire l’onda d’urto del calendario esiste. Ma questa squadra è stata costruita per dominare. Non per subire.
Chi ha paura, resti a casa. Chi ha dubbi, guardi le facce di Lautaro, di Calhanoglu, di Bastoni. Non sono qui per partecipare. Sono qui per vincere. Tutto.
E io lo dico senza mezzi termini:
“Il derby di stasera non è una partita. È una dichiarazione d’intenti.”
Una squadra che sogna il Triplete non può permettersi mezze misure.
E se c’è da scegliere il giorno giusto per rimettere tutto a posto, beh…
non esiste serata migliore di un derby.
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