Da Adriano ad Andrea Pirlo, passando per Castaignos e Karamoh. Cosa è successo nella recente storia dei campioni d’Italia quando hanno acquistato giocatori sotto i 20 anni
Con l’età media più alta del campionato l’Inter è riuscita anche a dominarlo, confermando quella vecchia (per restare in tema) convinzione che per vincere c’è sempre bisogno di una buona dose di esperienza. Sarà pur vero, ma è altrettanto realistico pensare che la dirigenza nerazzurra quest’estate debba lavorare per ringiovanire la rosa, che soprattutto in alcune zone nevralgiche ha sicuramente bisogno di nuova linfa. È questo senza dubbio il caso dell’attacco, con l’addio di Alexis Sanchez e la posizione sempre più in bilico di Marko Arnautovic, Marotta e Ausilio si guardano intorno, considerando che anche chi è già sicuro di arrivare, ovvero Mehdi Taremi, farà 32 anni a luglio.
Allora gli occhi dello staff fresco campione d’Italia sono soprattutto su George Ilenikhena, attaccante dell’Anversa di appena 17 anni, che nella stagione passata ha già fatto vedere cose importantissime. 14 gol tra campionato, coppa e Champions League, e un futuro roseo davanti. L’attaccante franco-algerino sembra poter muoversi per circa 20 milioni, un investimento importante per un calciatore così giovane, ma che in prospettiva potrebbe rivelarsi un grandissimo affare. Ma quando l’Inter ha puntato sulla linea verde negli ultimi anni ha sempre pescato bene? Proviamo a ripercorre un po’ questa storia, scoprendo chi sono stati i teenager transitati da Appiano Gentile, tra grandi promesse, qualche delusione, e molti soldi spesi.
Facciamo un salto indietro nel tempo, e arriviamo al 1996, poco prima che Nwankwo Kanu compia 20 anni. L’Inter, da poco nelle mani di Massimo Moratti, decide di puntare sul giovane bomber dell’Ajax, già andato in doppia cifra negli ultimi due campionati, arrivato in nerazzurro per 8 miliardi di lire. Durante le visite mediche però vengono scoperte delle disfunzioni cardiache congenite nel cuore del nigeriano. Il presidente dell’Inter paga tutte le cure di tasca propria, e il giocatore tornerà in campo solamente nel 1998. Un gol in 20 presenze, un magro bottino che fa di Kanu una meteora, che viene comunque venduto bene, a circa 16 milioni all’Arsenal.
Se Kanu è, considerata comunque l’ottima carriera poi dell’attaccante nigeriano, un rimpianto, Andrea Pirlo è probabilmente uno dei più grossi errori di valutazione della storia dell’Inter. Arrivato nel 1998 in nerazzurro dopo le buone stagioni a Brescia, viene inizialmente ceduto in prestito alla Reggina, dove farà vedere i primi colpi del campione che diventerà. Al ritorno alla Pinetina però non trova spazio, complice anche un equivoco tattico sul suo ruolo: viene inizialmente schierato trequartista, ruolo che fatica a interpretare al meglio, per questo viene rispedito a Brescia ancora in prestito, prima della cessione, per 35 miliardi, al Milan nel 2011. Il resto è storia.
Non è facile che una partita amichevole, per quanto d’élite come può essere un Real Madrid-Inter, rimanga nella memoria di tanti tifosi. Ma grazie ad Adriano Leite Ribeiro, fida parstita tra Merengues e nerazzurri dell’estate del 2001 rimarrà nella storia. Quando il brasiliano segna quella punizione quando ancora non ha compiuto 20 anni, sono già chiare le qualità del giocatore, che farà gol anche di lì a breve in campionato, prima di essere mandato a farsi le ossa tra Parma e Fiorentina, poi il ritorno alla casa madre, dove, al netto di una situazione personale che gli condizionerà la carriera, in periodi di particolare stato di forma sarà tra gli attaccanti più forti della sua generazione.
Facciamo qualche passo in avanti, alle soglie degli anni Dieci, quando l’Inter preleva un giovane centrocampista dal Vitoria Guimaraes dal nome molto promettente: Pelè. Un mondiale under 20 vissuto da protagonista è il suo biglietto da visita, ma nella sua parentesi milanese, nonostante la vittoria dello scudetto (ultimo dell’era Mancini), il giovane portoghese ha solo un ruolo da comprimario. Senza grossi rimpianti, lascia San Siro nell’affare Quaresma, quando viene ceduto al Porto dopo comunque un discreto bottino di 22 presene e due gol.
Anche se la sua carriera, almeno ai massimi livelli, è stata abbastanza limitata, nella categoria rimpianti può sicuramente rientrare Philippe Coutinho, arrivato in nerazzurro nel post triplete, ovvero al compimento dei 18 anni, anche se il suo acquisto era già stato formalizzato nel 2008. E la dirigenza ci aveva visto bene, il ragazzo, seppure molto acerbo, soprattutto fisicamente, ha dei colpi interessanti, e dopo l’esperienza in prestito all’Espanyol sembrano per lui spalancarsi finalmente le porte della titolarità. Niente di tutto questo, perché dopo una seconda stagione abbastanza in sordina arriva il Liverpool, che con 13 milioni lo porta ad Anfield. In Reds giocherà più di 150 gare, prima di un lento declino passando da Barcellona e Bayern Monaco, fino ad arrivare alla sua ultima esperienza nel campionato qatariota.
L’Inter nell’immediato post triplete sbaglia parecchio. In questi errori, sebbene la spesa sia stata abbastanza contenuta, circa un milione e mezzo, rientra sicuramente Luc Castaignos, giovanissimo attaccante del Feyenoord che arriva in nerazzurro dopo una stagione da 15 gol in Eredivise. La sua esperienza a San Siro si rileva modesta, un solo gol contro il Siena, poi tanta panchina e in mezzo anche una squalifica per uno sputo ad Andrea Raggi. A fine stagione viene rispedito in Olanda, al Twente per 6 milioni di euro, garantendo comunque una plusvalenza all’Inter.
Se Castaignos fa parte dell’inizio del declino e della banter era nerazzurra, Mateo Kovacic arriva quando le cose si fanno sempre più complicate. È il 2013, in panchina siede Walter Mazzarri, e dalla Dinamo Zagabria arriva questo 19enne semisconosciuto per 11 milioni di euro più 4 di bonus. L’ennesimo fuoco di paglia? Macché, in due anni e mezzo regala giocate e assist, accendendo spesso la luce in una squadra spenta, meritandosi la chiamata del Real Madrid per 38 milioni di euro. In fin dei conti un ottimo affare per l’Inter e per il centrocampista attualmente al Manchester City.
Che l’Inter non stia investendo nei giovani, almeno in ottica prima squadra, soprattutto negli ultimi anni lo dimostra che l’ultimo teenager arrivato a Milano sia Yann Karamoh nell’agosto del 2017 quando ancora non aveva 20 anni. 6 milioni versati nelle casse del Caen, e aspettative molto alte per questo attaccante esterno dalla buona corsa e dall’ottima tecnica. Qualità che mostra a sprazzi in nerazzurro, dove alla fine collezionerà 17 presenze e un gol, prima del prestito al Bordeaux e la cessione definita al Parma per 8 milioni di euro.
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