L’Inter vince di goleada anche a Cagliari. Tre gol e tre punti che chiudono nel migliore dei modi un 2024 da incorniciare. L’anno della vittoria dello scudetto della seconda stella può essere il preludio a un 2025 che può portare l’Inter in fondo a tutte le competizioni. Un traguardo che Simone Inzaghi insegue dosando al meglio forze e risorse.
L’Inter ha una caratteristica che balza agli occhi. Vince e porta a casa il risultato amministrando al meglio partita e momento. Non è un caso che, con la ragionevole certezza di un posto fra le prime otto in Champions, siano arrivate vittorie convincenti in campionato. Quattro consecutive, undici gol segnati, zero subiti. Sembra la squadra che ha dominato lo scorso anno, tornata evidentemente non a caso, ma nel momento in cui è stato possibile premere sull’acceleratore in rettilineo senza “incomodi” legati alle coppe nazionali e internazionali. Un picco di rendimento che si inserisce in un cammino caratterizzato da una velocità media alta, che ha permesso a Simone Inzaghi di essere competitivo su tutti i fronti.
La lezione del 2024 è servita: nella scorsa stagione i nerazzurri avevano decisamente puntato sul ventesimo scudetto. L’idea di raggiungere la seconda stella ha spinto però la squadra a rincorrere quasi ossessivamente l’obiettivo e, pur di arrivare al traguardo il prima possibile, a bruciare troppe energie psicofisiche in campionato discapito della Champions e della Coppa Italia, dove sono arrivate eliminazioni brucianti quanto evitabili contro avversari tutto sommato alla portata come Atletico Madrid e Bologna, poi arenatisi nel proseguo del loro torneo. Quanto basta per alimentare il rimpianto di avere sprecato una possibilità e spingere Simone Inzaghi a non riassaporare quel tipo di amarezza.
Il cambio di velocità di crociera dell’Inter appare figlio di una programmazione diversa rispetto allo scorso campionato: evidentemente i nerazzurri non vogliano lasciare alcunché di intentato, anche a costo di sacrificare, nel corso della stagione, qualche punto come è successo a Monza e con il Genoa. Un rischio calcolato, quello di non fare il vuoto, per non dissipare energie che potrebbero rivelarsi molto più che preziose da gennaio in poi, quando il calendario sarà sempre più fitto e per essere competitivi su tutti i fronti servirà una squadra che possa essere al massimo quando la sfida conti davvero tanto in Europa e in campionato. E nel “frattempo” si assesti sull’80%, quota più che sufficiente per arrivare puntuali e in piena corsa in vista degli appuntamenti da dentro o fuori in Europa e a conservare il ruolo di battistrada prima di ogni crocevia della stagione in campionato.
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