Inter e Napoli pareggiano per 1-1 e accorciano una classifica mai così compressa come negli ultimi anni. Sei squadre due punti, una vera e propria ammucchiata che vede Napoli con un punto di vantaggio sui nerazzurri, appaiati ad Atalanta, Fiorentina e Lazio a quota 25. Segue la Juventus a 24, sesta ma appena a -2 dalla vetta. Una classifica di cui anche l’Inter di Inzaghi è complice. Il dato rispetto allo scorso anno è evidente.
Inter, crollo negli sconti diretti
L’Inter, numeri alla mano, è crollata negli scontri diretti: lo scorso anno, dominato e chiuso praticamente in primavera, i nerazzurri hanno conquistato lo scudetto della doppia stella lasciando le briciole alla concorrenza. Nel 2023/2024 l’Inter aveva conquistato 40 punti su 46 disponibili nelle sfide ad alta quota, pareggiando solo in tre occasioni con Lazio, Juventus e Bologna. Per il resto, solo vittorie.
In questo inizio di stagione invece la tendenza è radicalmente cambiata. Simone Inzaghi ha festeggiato solo contro l’Atalanta e la Roma (anche se vincere all’Olimpico non è esattamente una impresa) e ha già perso contro il Milan e non è andata oltre il pari, contro Napoli e Juventus. Nessun solco, dunque, ma una fatica che è legata anche al doppio impegno. Salta agli occhi che tutti i segni “x” sono arrivati dopo le sfide di Champions League ma anche che sia impossibile allungare sulle dirette concorrenti se non si riesce a batterle.
La migliore difesa… è la difesa: la chiave Acerbi
Rispetto alla sfida con la Juventus, tuttavia, Simone Inzaghi ha deciso di privilegiare un assetto meni offensivo, complice anche il periodo non esattamente straordinario che sta attraversando Lautaro. Dunque si è adeguato al calcio di Conte: una Inter operaia, che insegue e morde le caviglie degli avversari quando serve, pur senza rinunciare alla proposta di gioco. Significativo, però, che fra i migliori in campo figuri Acerbi. Il difensore centrale ha annullato Lukaku, mai davvero in palla come spesso gli è accaduto quando ha giocato da ospite a San Siro, inseguendolo praticamente in ogni zona del campo, senza mai concedergli lo spazio per coprire il pallone o attaccare la profondità.
Il centrale nerazzurro si è anche ritagliato il ruolo di regista aggiunto, giocando qualcosa come 61 palloni, tantissimi per un difensore. Il rientro è confortante per una squadra che ha basato i propri successi sulla tenuta del pacchetto difensivo, ultimamente divenuto troppo permeabile. Ecco perché il ritorno di Acerbi è quanto mai prezioso nell’economia del gioco e degli equilibri dell’Inter di Simone Inzaghi.