Simone Inzaghi, è tempo di porsi qualche domanda. L’Inter, la squadra nettamente più forte delle altre lo scorso anno, appare in difficoltà. I Campioni d’Italia pagano dazio a diversi nodi venuti, improvvisamente e tutti insieme al pettine. È presto per parlare di crisi ma ci sono dei campanelli d’allarme che è impossibile ignorare. Non si è al livello del Napoli, precipitato dopo la vittoria del titolo, ma l’Inter non è neanche parente della squadra ammirata lo scorso anno.
Simone Inzaghi, ci risiamo: corsi e ricorsi storici
Il derby di Milano ha lasciato in eredità corsi e ricorsi storici. In primis, la gestione delle forze di Simone Inzaghi. L’Inter, nel suo rendimento è sempre stata sghemba. Straordinaria in Champions, sino a raggiungere la finale nel 2022/2023, male in campionato. Straordinaria in Serie A lo scorso anno, male nell’Europa che conta, abbandonata prestissimo contro l’Atletico Madrid pescato a causa di un secondo posto in un girone con la Real Sociedad che ancora grida vendetta. Altro minimo comune denominatore, l’incartarsi nella gestione dei cambi: Inzaghi a volte fa un uso eccessivo delle sostituzioni e abusandone stravolge una intera squadra perdendo prima equilibrio e poi partite. Il derby perso qualche giorno fa ricorda molto da vicino quello del 2021/2022 e il 2022/2023 quando tanti punti lasciati malamente per strada hanno spinto l’Inter lontano dalla lotta – scudetto.
Singoli, logorio e atteggiamento: qualcosa scricchiola
C’è qualche scricchiolo anche a livello di singolo. L’Inter, nel complesso, continua a giocare un ottimo calcio, il lavoro c’è e si vede ma le idee non bastano. Lautaro, per sua stessa ammissione, si sente perso: si è trasformato in uno straordinario uomo assist, ma all’Inter servono più i suoi gol. Da marzo al derby appena uno, contro il Frosinone. Anche la carta d’identità inizia a pesare in elementi di straordinaria qualità. Senza fare nomi: Acerbi e Mkhitaryan sembravano aver trovato la formula magica per fermare le lancette del tempo. In realtà anche i due pilastri nerazzurri, come tutti, devono fare i conti e pagare dazio al logorio fisico se giocano troppo.
Il “muro” nerazzurro diventato permeabile
Ultimo capo d’accusa, l’atteggiamento. Si registra qualche distrazione di troppo. Sbavature, sia chiaro, ma distribuite a macchia di leopardo. E se sono troppe, è evidente che il “muro” nerazzurro diventi abbastanza permeabile. Il calcio è strano e solo il City e l’Atalanta, due macchine da gol, non hanno segnato all’Inter, impresa invece riuscita a tutte le altre avversarie. A conti fatti, sono già cinque le reti subite in questo inizio di campionato, impietoso il paragone con lo scorso anno, quando a questo punto del campionato Sommer raccolse solo un pallone dietro le sue spalle. Abbastanza per denotare qualche scricchiolio: Inzaghi intervenga, prima che diventi una crepa.