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Inter e Milan, si avvicina al termine l’inchiesta ultras: ecco quando ci sarà il processo

Inter e Milan sono in attesa della chiusura dell’inchiesta ultras: ecco le date da segnare sul calendario e i possibili sviluppi

L’inchiesta che coinvolge le curve di Inter e Milan, nota come “Doppia Curva“, sta per giungere a una fase cruciale, nonché quella finale. La Procura della FIGC, infatti, è prossima a chiudere le indagini, con il termine degli interrogatori previsto a breve. Con l’arrivo del mese di marzo, si preannunciano gli avvisi di conclusione indagini, un passo fondamentale che anticiperà i deferimenti. Ma quali saranno gli sviluppi dell’inchiesta? E quali le implicazioni per i due club? Cosa cambierà per quanto riguarda la sicurezza nel mondo del calcio? Vediamo la risposta a tutte queste domande.

Inchiesta ultras: ecco cosa aspettarsi

La situazione attuale è complessa e coinvolge una serie di attori, sia all’interno delle società sportive che nelle istituzioni competenti. Tra i principali imputati ci sono figure di spicco legate alle curve: Marco Ferdico e Andrea Beretta, associati alla Curva Nord dell’Inter, e Luca Lucci, legato alla Curva Sud del Milan. Questi nomi sono emersi a seguito di un’operazione di grande portata che ha portato all’arresto di 16 ultras, accusati di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa, in particolare per i tifosi interisti.

Possibili conseguenze dell’inchiesta ultras | | Pixabay @chatst2 – Footbola

 

L’inchiesta è stata avviata dai pm di Milano e ha attirato l’attenzione dei vertici calcistici e dei politici, che discutono attivamente su come garantire una maggiore sicurezza all’interno degli stadi. Questo dibattito è particolarmente rilevante in un contesto in cui la violenza e le attività illecite legate al tifo rappresentano una sfida costante per le autorità sportive.

Fase investigativa e documentazione

Dopo gli arresti, Giuseppe Chinè, il procuratore della FIGC, ha richiesto alla Procura milanese l’accesso agli atti dell’inchiesta. Questa richiesta ha portato a un flusso di documentazione composto da centinaia di verbali, che contengono circa 15 mila pagine di interrogatori, comprese le testimonianze di calciatori e dirigenti. L’analisi di questi documenti è fondamentale per delineare una strategia di difesa adeguata per le società e i tesserati coinvolti. Il 27 novembre scorso, i documenti sono stati consegnati agli uffici della FIGC, segnando l’inizio dell’apertura di un fascicolo sportivo.

La fase investigativa sta per concludersi, con la predisposizione degli avvisi di chiusura delle indagini in arrivo. Entro la prima settimana di marzo, i club e i tesserati riceveranno notifica degli atti, avendo a disposizione 15 giorni per presentare memorie difensive o richiedere il patteggiamento. Quest’ultima opzione è particolarmente interessante, poiché prevede una riduzione della pena, ma implica anche l’ammissione di colpevolezza. Se le contestazioni risultassero gravi e non si optasse per il patteggiamento, il processo sportivo si aprirebbe in primo grado ad aprile, con eventuali sviluppi in secondo grado a maggio.

Implicazioni per le due società e i loro tesserati

Un aspetto significativo di questa inchiesta è il tentativo di chiudere la stagione senza ulteriori ombre sui potenziali legami tra tesserati di Inter e Milan e le frange più radicali delle loro tifoserie. Il Codice di Giustizia sportiva non tollera tali relazioni, e le conseguenze potrebbero essere gravi sia per i club che per i singoli individui coinvolti. È un tema delicato, poiché i rapporti tra società e tifoserie sono spesso complessi e sfumati, e la loro gestione è cruciale per la salute del calcio italiano.

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha recentemente sottolineato l’importanza di adottare misure preventive, simili al pre-DASPO, per escludere dallo stadio coloro che hanno precedenti per atti di violenza, anche al di fuori del contesto sportivo. Questa proposta, sebbene ben intenzionata, solleva interrogativi sulla sua applicabilità e sull’efficacia nel lungo termine. È evidente che la lotta contro la violenza negli stadi richiede un approccio multidimensionale, che coinvolga non solo le istituzioni sportive, ma anche le forze dell’ordine e la comunità nel suo insieme.

Nei prossimi mesi, la situazione continuerà a evolversi, e i riflessi di questa inchiesta potrebbero influenzare non solo le sorti di Inter e Milan, ma anche l’intero panorama calcistico. La necessità di una maggiore sicurezza e di una gestione più rigorosa dei tifosi è diventata un tema centrale nel dibattito sportivo, e le decisioni che verranno prese in seguito a questa inchiesta potrebbero stabilire un precedente importante per il futuro del calcio in Italia.

Redazione

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