Missione compiuta: tre punti, sesta stracittadina vinta di fila e seconda stella. Ed è accaduto tutto in una notte
Una vittoria che l’Inter si è presa nel derby contro il Milan con i gol di Acerbi e Thuram. Il 20° scudetto, quello della seconda stella, rimarrà per sempre nella storia del club nerazzurro. Missione compiuta: tre punti, sesta stracittadina vinta di fila e seconda stella. Ed è accaduto tutto in una notte facendo esplodere la festa a San Siro e in giro per la città, fino a Piazza Duomo. Festeggiamenti iniziati già nei primi minuti del secondo tempo, quando Thuram ha firmato il 2-0. Con qualche sfottò come: “Pioli is on fire” o “Tornerete in Serie B”. Tomori con il 2-1 ha messo un po’ di pepe alla sfida nei 10 minuti finali, contraddistinti tra l’altro dalle espulsioni di Theo Hernandez e Dumfries e poi di Calabria. “Ripetetelo alla Madonnina chi è il campione e chi piangina”, lo striscione della Curva Nord che ha sancito l’inizio del tripudio.
Festa nerazzurra
Così i giocatori sono sotto la Curva Nord hanno saltato, ballato e cantato e con la loro gente con un maxi scudetto con sopra il numero 20. “I campioni dell’Italia siamo noi”, il coro più gettonato mentre Lautaro Martinez piange e abbraccia Barella e Calhanoglu (il primo a punzecchiare i suoi ex tifosi, quelli del Milan, con un post su Instagram nel quale fa capire di essersi preso una gran bella rivincita). Intanto, gli altri settori dello stadio si sono svuotati in fretta di supporters rossoneri e allora gli interisti che si erano “imbucati” guadagnano metri sugli spalti. Perché in una festa così tutti hanno voluto partecipare alla festa. I giocatori dell’Inter sono andati anche oltre alla musica sparata a tutto volume dal Milan. Un modo (inutile, c’è da dire) per coprire la gioia nerazzurra. In campo sono andati anche i dirigenti, dagli ad Marotta e Antonello, al vice presidente Zanetti, al ds Ausilio e al suo vice Baccin. Naturalmente Lautaro è stato il più acclamato, mentre Thuram se lo è caricato sulle spalle. Ma c’è onore anche per Sommer, Pavard, Acerbi, Barella, Dimarco Mkhitaryan e tutti gli altri.
La seconda stella
Le foto si sprecano. Qualche nerazzurro ha il telefonino e si immortala con selfie e video insieme ai compagni. In quel momento nessun giocatore ha avuto voglia di entrare subito negli spogliatoi. Lo hanno fatto non prima che Simone Inzaghi, la moglie e il figlio, tutti in campo, hanno fatto una videochiamata. L’allenatore dell’Inter attendeva questa festa da tempo.
Da quando nel maggio 2022 il tricolore gli è sfuggito per due punti e da quando nel giugno scorso ha perso la finale di Champions a Istanbul contro il Manchester City. Poi, sono partiti anche i fuochi d’artificio. Non ci sono stati sfottò esagerati, ma solo la gioia di una vittoria attesa che rimarrà storica perché celebrata nel derby. E nella storia non era mai successo. La Nord continua a cantare fuori dall’impianto, mentre Milano si popola di bandiere dell’Inter. In attesa del bus scoperto (da ufficializzare che ci sarà nel weekend) e della coppa che sarà alzata il 18 o 19 maggio, data dell’ultima partita casalinga dei nerazzurri.