Guadagnato lo scudetto dopo la vittoria nel derby, l’Inter prova a inseguire i record di punti in una stagione delle annate 2006/2007 (nell’era dei 3 punti) e 1988/1989 (nell’era dei 2 punti)
Il grosso è fatto. Lo scudetto è in bacheca, il ventesimo, arrivato in una stagione da assoluti protagonisti, dominando in lungo e in largo lasciando solo le briciole alle inseguitrici. Poi la ciliegina sulla torta, con la vittoria in casa del Milan, cosa può chiedere ancora l’Inter da questa stagione? Di inseguire i record, e dimostrare che la pancia non è piena, anche per dare un segnale già deciso alla prossima stagione. Oggi con il Torino sarà in ogni caso festa, con il pasillo de honor dei granata, San Siro colorato di nerazzurro, la parata con i due pullman, ma la stagione non è finita, e non ci sono dubbi che Simone Inzaghi questo lo abbia chiarito ai suoi ragazzi.
C’è un campionato da onorare, da giocare fino all’ultimo minuto, perché le vacanze sono lontane, e dopo il sogno seconda stella, perché non andare a prendersi il record di punti di sempre in un campionato? Se quello generale appartiene ancora alla Juventus di Conte nell’annata 2013/2014, inarrivabile per Simone Inzaghi e i suoi, l’allenatore piacentino può superare Roberto Mancini (massimo punteggio nell’era dei 3 punti a vittoria) e l’Inter dei record di Giovanni Trapattoni. Come? Facendo 12 punti da qui fino al 26 maggio, una missione che sembra tutt’altro che impossibile per i nerazzurri, considerato il cammino fin qui.
Nella sua storia l’Inter ha infatti totalizzato un massimo i 97 punti, impresa riuscita all’ex tecnico della Nazionale nel 2006/2007, l’anno dopo calciopoli, al termine di un torneo dominato in lungo e in largo. Obiettivo 98 punti allora, che polverizzerebbe anche il risultato di quella che non a caso fu definita l’Inter dei record, quella del Trap, che nel 1988-89 (c’erano ancora 2 punti a vittoria), realizzò percentualmente il massimo dei punti disponibili in un torneo, ovvero l’85,2%. Con 98 punti Inzaghi farebbe ancora meglio, arrivando addirittura all’86,8% dei 114 punti a disposizione in serie A.
Normale che la testa sia un po’ più libera, nel bene e nel male, in queste ultime partite, ma Simone Inzaghi vuole tenere la guardia alta, considerato anche che magari qualcuno, in previsione Europei, potrebbe pensare di togliere la gamba. Ma squadra e staff sono concordi nel volare spingere fino alla fine, per continuare questo mese di festeggiamenti nel migliore dei modi, continuando a vincere. Il tecnico fresco campione d’Italia ha lanciato segnali importanti alla squadra, praticamente confermando in toto la formazione titolare, eccezion fatta per Acerbi, fermo per una pubalgia, e Federico Dimarco, in panchina ma che difficilmente sarà utilizzato causa affaticamento. Per il resto l’11 è praticamente quello di sempre, con la ThuLa davanti, e la voglia di stupire ancora.
A proposito di record, Lautaro con 23 gol è in cima alla classifica marcatori, 7 in più di Vlahovic, il suo diretto inseguitore, è la leadership, a meno di exploit dello juventino nel finale, non sembra in bilico. Vero è che il Toro non segna dal 28 febbraio, e il gol manca maledettamente all’attaccante nerazzurro, che nonostante il periodo di flessione ha trascinato i suoi verso la seconda stella, e, per la prima volta, solleverà un trofeo da capitano.
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