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Inghilterra a Euro 2016, tra presente e futuro

Inghilterra, la patria del calcio, la nazione che ospita il campionato più affascinante al mondo. Difficile credere che la sua nazionale non sia tra le più importanti a livello internazionale. Eppure, limitandoci a rileggere l’albo d’oro dell’Europeo, non troviamo mai la selezione d’oltremanica né campione, né in finale.

Nonostante questa maglia sia stata indossata dai più grandi (basti pensare ai vari Shearer, Owen, ma anche ai più recenti Beckham, Gerrard o Lampard) nessuno di loro è mai riuscito a incidere veramente nella quadriennale competizione europea.

L’esempio più eclatante del fallimento di questa nazionale è rappresentato dall’Europeo del 2004. L’Inghilterra si presentò in Portogallo (nazione ospitante dell’evento) con una rosa stellare, formata da campioni affermati nei maggiori top club europei. La selezione inglese venne eliminata però ai quarti, nella lotteria dei rigori contro il Portogallo padrone di casa, tornando in patria con bagagli pieni di delusione e rammarico per l’Europeo folle in cui poi trionfò la Grecia.

Considerando i 10 anni successivi, nei quali l’Inghilterra ha ottenuto, tra Mondiali ed Europei, come massimo risultato il quarto di finale, la federazione non può dirsi certo soddisfatta dell’andamento della sua nazionale.

Roy Hodgson, allenatore navigato (forse eccessivamente?),che siede sulla panchina più importante di Inghilterra dal 2012, ha quest’anno in particolare la possibilità di cambiare il solito finale triste per i tifosi inglesi. Può sovvertire i pronostici sia perché Euro2016 non vede nessuna squadra come super favorita, sia per l’assortimento di giocatori che il tecnico ha a disposizione, con una rosa, la cui età media si aggira intorno ai 25 anni.

10 nuovi giocatori, rispetto al mondiale del 2014. Dai 23 di Rio l’Inghilterra cambia volto, sostituendo ai giocatori dell’ultima competizione, giovani molto interessanti per il futuro, certezze derivanti dall’ultimo campionato di Premier League e confermando invece calciatori che dall’ultima competizione internazionale sono notevolmente maturati.

L’Inghilterra dei Futuri Campioni?

Marcus Rashford e Dele Alli, il futuro dell’Inghilterra. O almeno così sperano tutti, da Mourinho a Pochettino. Rispettivamente un classe ’97 e un ’96, hanno meritato la convocazione mandando in vacanza giocatori ben più rodati ed esperti.

Il giovanissimo Marcus Rashford (il giocatore più giovane che parteciperà all’europeo) sta vivendo un sogno. Gol a raffica con il Manchester United, gol all’esordio con l’Inghilterra e rinnovo contrattuale con i Red Devils. Se hai 18 anni e stai per diventare un calciatore professionista, difficilmente puoi sperare in un inizio migliore. Non sarà certo lui a guidare l’attacco in questa competizione, ma se Hodgson gli regalerà qualche spezzone, lui non potrà che sorprenderci.

Un anno più grande è Dele Alli, colonna del Tottenham e uno tra i migliori centrocampisti di quest’ultima Premier League. Il ventenne ha qualità e grinta da vendere e ci ha già regalato gol da cineteca nella stagione trascorsa, facendo parte di una rosa che ha lottato fino all’ultimo per il titolo e ha puntato fortemente su di lui. A centrocampo la Nazionale ha meno certezze che in attacco e il classe 96 potrebbe ritagliarsi molti spazi e rendersi protagonista.

Stagione da sogno in Inghilterra

Dopo molti anni finalmente l’Inghilterra può stare tranquilla in zona gol. Nazionale da sempre alla ricerca di un bomber da affiancare a Rooney, quest’anno potrebbe averne trovato non uno, bensì 2: Jamie Vardy e Harry Kane, 49 gol in due nell’ultima Premier League.

Su Jamie Vardy c’è poco da dire, se Rashford sta vivendo un sogno post-adolescenziale, lui sta sognando mentre si avvicina ai 30 anni. Ha guidato il Leicester alla vittoria totalizzando 24 gol, dimostrandosi non solo un rapace d’area di rigore, ma un giocatore determinato che sa segnare in tutti modi. Dunque se sarà in grado di trovare la sintonia giusta con i compagni, il Bomber ‘operaio’ potrà continuare a stupire.

Harry Kane, 25 gol in campionato quest’anno, 21 lo scorso, non a caso è chiamato dai suoi tifosi l’uragano, Hurricane. Giocatore devastante, calcia molto bene con entrambi i piedi, autore di gol fantastici questa stagione, ha trovato definitivamente la sua dimensione con il club. Consacrazione da completare dunque all’europeo che inizierà tra pochi giorni.

La staffetta con Vardy non può, a mio parere, che fare bene a entrambi i bomber che si dovranno impegnare molto per guadagnare una maglia da titolare.

L’Inghilterra dei ‘confermati’

James Milner, Jordan Henderson e Ross Barkley. Tutti e 3 giocano a Liverpool, i primi due con i Reds, il terzo con l’Everton. Ho scelto loro perché sono gli esempi maggiori di come uno stesso calciatore possa modificare il suo stile di gioco in soli due anni.

James Milner, trentenne che dopo i 5 anni al Manchester City (in cui veniva utilizzato prevalentemente come esterno), ha scelto di rilanciarsi firmando un contratto con il Liverpool. Dei tre è forse lui quello che ha modificato maggiormente il suo modo di giocare. Da esterno è passato al centro, garantendo alla squadra di Anfield qualità e quantità in entrambe le fasi di gioco e indossando molte volte la fascia di capitano, dopo una sola stagione.

Jordan Henderson, capitano del Liverpool, ha partecipato sia all’europeo 2012 che al mondiale 2014. Classe ’90, è nell’età giusta per cucirsi addosso la maglia della Nazionale e non toglierla più per i prossimi 5-6 anni. L’erede di Gerrard ha fisico e grandi doti tecniche, che solo per colpa degli infortuni, non è riuscito a mostrare quest’anno. Ora però sta bene, può rilanciarsi e diventare un giocatore importante anche per l’Inghilterra.

Ross Barkley, il più giovane dei tre, solo 22 anni, ma che supera già le 100 presenze in Premier League con la maglia dei Toffees. 189 centimetri e tanta qualità per questo ragazzone di Liverpool che da sempre però, veste blu Everton. Ogni anno si notano i suoi progressi e si crede che abbia margini di miglioramento enormi. In questa stagione condita 8 da gol si è messo in mostra in una squadra che negli ultimi è sembrata andargli stretta.

Dulcis in Fundo non posso non citare Wayne Rooney, nazionale da 12 anni, capitano e numero 10. Giocatore intramontabile chiamato ancora una volta ad ispirare e inventare giocate per i suoi compagni, con uno stimolo in più: l’anno prossimo sula panchina dei Red Devils siederà un certo Jose Mourinho (che tanto l’avrebbe voluto al Chelsea). Rooney dunque si impegnerà dimostrare ancora quanto vale e per cercare di incidere finalmente con la sua Inghilterra.

Francesco Castorani

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